venerdì 26 gennaio 2007

Lettera inviata alla Sentinella del Canavese

Gentile Direttore,
leggo sul vostro giornale N°7 del 25 gennaio la lamentela della SCS nei confronti di cittadini scorretti, e non riesco ad esimermi d'esporre un paio di "ragioni" e riflessioni sulla raccolta differenziata nella mia città, che niente hanno a che vedere con l'inciviltà individuale e collettiva.Vivo ad Ivrea, via delle Rocchette angolo Monte Ferrando, poco lontano da casa mia decine e decine di appartamenti che compongono palazzine per lo più abitate da persone anziane e sprovviste di mezzi di trasporto. Potrei paragonare (se dividessi lo spazio per la densità abitativa) quel luogo a un piccolo quartiere.

Bene, nonostante la richiesta di un contenitore per la raccolta della plastica (fatta da più di un anno) ancora non si è vista l'ombra e le persone (anziane come detto) sono costrette a fare un lungo percorso per arrivare alla prima "isola ecologica" . Inoltre, io stessa, avendo una casa provvista di giardino ho fatto richiesta di un contenitore per il compostaggio. Risposta: "Per Ivrea non c'è, ripassi" sono tornata quattro volte a distanza di tempo: risposta sempre immodificata.

Domanda: "Ma se mi fornissero quel contenitore il comune dovrebbe detrarre dal costo di smaltimento rifiuti (che ricade sulla mia famiglia) quello dell'umido?". Altra perplessità non da poco: come fanno a chiedere agli abitanti di Ivrea collaborazione impegnata ( spesso le abitazioni sono piccolissime e tenere all'interno 4 contenitori separati per la spazzatura può divenire un problema), che si trovano oltrettutto a pagare cifre da capogiro per un servizio a dir poco scadente, e proporre di costruire un incenitore nelle stessa città? Un incenitore che sappiamo tutti benissimo servirà solo in minima parte ai rifiuti prodotti dalla stessa? Un controsenso tipicamente italiano? O semplicemente un "gioco" d'interessi finanziari? (non certo a favore dei comuni cittadini). RigranziandoLa per l'attenzione porgo cordiali saluti.
Lettera firmata