giovedì 31 gennaio 2008

Pensieri "quotidiani"

Oggi La Sentinella titola:

-- Bettazzi " benedice " il governo Prodi--

Noi aggiungiamo:

-- Il popolo italiano gli officia l' Estrema Unzione--

Carlo Romito

mercoledì 30 gennaio 2008

MONSIGNOR LUIGI BETTAZZI, VESCOVO EMERITO DI IVREA. Sulle coppie di fatto, i "Dico", la "Pacs-ia" vaticana, e altri temi in un'intervista di Diego Nov

Prima dell'epistola al Romano (singolare) ... ci fu Il Vangelo secondo l'Unità (altra pistola).

Non è tanto la dichiarazione del prelato, nota e già commentata, bensì uno degli approfondimenti proposti dall'Unità. Se ne desume tranquillamente che Nostro Signore era membro del Comitato Centrale.

Certe volte a leggere nel passato, udendo il presente, ti viene una sana inc... volatura, off course!
...

MONSIGNOR LUIGI BETTAZZI, VESCOVO EMERITO DI IVREA. Sulle coppie di fatto, i "Dico", la "Pacs-ia" vaticana, e altri temi in un'intervista di Diego Novelli - a cura di pfls

... Il vescovo di Ivrea, nel luglio 1976, aveva indirizzato una lettera aperta al segretario generale del Pci che così si apriva: «Onorevole, Le sembrerà forse singolare, tanto più dopo le ripetute dichiarazioni di vescovi italiani, che uno di loro scriva una lettera, sia pure aperta, al Segretario di un partito, come il suo, che professa esplicitamente l’ideologia marxista, evidentemente inconciliabile con la fede cristiana. Eppure mi sembra che anche questa lettera non si discosti dalla comune preoccupazione per un avvenire dell’Italia più cristiano e più umano». Berlinguer rispose in tredici fitte cartelle dattiloscritte, che varrebbe la pena ripubblicare integralmente con la lettera del vescovo di Ivrea considerata la struggente attualità di alcuni temi trattati. Scrive Berlinguer: «Le posizioni assunte e i comportamenti seguiti dal Pci lungo diversi decenni fino ad oggi, penso dovrebbero portarLa a riconoscere, Signor Vescovo, che l’insieme di essi costituisce la valida garanzia che nel Partito comunista italiano esiste ed opera la volontà non solo di costruire e di far vivere qui in Italia un partito laico e democratico, come tale non teista, non ateista e non antiteista; ma di volere anche, per diretta conseguenza, uno Stato laico e democratico, anch’esso dunque non teista, non ateista, non antiteista». ...
eccetera eccetera ...

Come molti scritti di questo tipo, non vi è niente a prima vista di blasfemo, anzi (non sono teologo, ma mi azzardo in questo giudizio). Quello che pero si insidia in questi propositi è una sorta di "normalizzazione", di semplificazione, di innocuità che nasconde in realtà un insidia: scostarsi dai valori ponendo la loro visione della modernità (quale? come?) ineluttabile e solo gestibile da persone di un certo calibro intellettuale ed umano (chi? loro?).

Come vedete ci rissiamo sempre, loro pensano, loro pontificano, loro giudicano, ...

Io dico : loro hanno rotto! Rotto gli equilibri della società, rotto i rapporti fra le persone, la famiglia, rotto con con la fibra umanistica. Un uomo ha il diritto, anzi, il dovere di pensarla diversamente da un altro. Ha il diritto di vivere ed amare diversamente, senza offendere nel senso essenziale della parola. Ma non ha il diritto di imporre la sua visione e le sue aspirazioni agli altri, con il pretesto di essere più gusto, più bravo, più lungimirante, più ???

Noi, credenti o non, rispettiamo la Chiesa, perché in ogni circostanza è una voce di saggezza e di moderazione, ed è pure una grande voce della nostra tradizione e della nostra storia, con i suoi meriti e i suoi errori. Ogni volta che un "uomo di chiesa" si avventura nel tentare di imporre una sua "molto" personale interpretazione, contribuisce probabilmente più agli errori che ai meriti. Non si tratta di voler udire una sola voce, ma semplicemente di non imitare la parte peggiore della nostra società e di una certa politica : "... dalla mia posizione nella società (con o senza merito!) io dico la mia e magari pure i comodacci miei!"

Cristo disse e fece ben altre cose. E noi "esseri umani", dinanzi alle parole di Nostro Signore, comunque di un Giusto, siamo qui per ricordaCelo, e non per interpretare "ad libidum".

Se poi scappa pure la lettera di ringraziamento ad un signore che in varie occasioni - ogni volta che è stato sulla poltrona del potere - ha danneggiato il suo paese e contribuito a lacerare la società e gli equilibri, mi vien da pensare ... male.

Occupiamoci seriamente dei poveri cristi, non degli spiriti poveri.

DEMOGRAFIA EPOREDIESE - Spoglio Primarie (di chi sapete...) Uno, due, tre, quattro, ... "end of file"

Dal web con candore.

Qualcuno prepara i numeri.

Sul sito del Comune di Ivrea danno dei numeri ... demografici.

Troverete quasi tutto, mancano solo le intenzioni di voto. Qualcuno ci pensi.

Città di Ivrea tutti i numeri demografici

Romito: "Grijuela: cattiva amministrazione e continui sprechi di denaro pubblico in progetti senza senso"

Alleanza Nazionale non ha mai lesinato critiche feroci all' operato della giunta Grijuela.

Tanti sono gli appunti che abbiamo riservato all' amministrazione di centrosinistra: dalla mancanza di progettualità all' incapacità di realizzazione, dall' occupazione sistematica di tutti i posti di potere ( alcuni dei quali creati apposta per distribuire denaro e clientela ) all' imposizione dei propri provvedimenti senza un aperto dibattito e dialogo con la minoranza, dall' immobilismo sulle strategie del territorio al continuo effetto annuncio di progetti fumosi e senza reali possibilità di miglioramento della realtà eporediese.

Andando a valutare nel dettaglio, poi alcuni provvedimenti ed amene azioni, ci rendiamo conto di quanto fallimentare sia la gestione amministrativa di questi sinistri.

Una cosa che contesto principalmente a questo esecutivo è la provata incapacità a lavorare in gruppo. Lo dimostrano i continui litigi, i veti incrociati e l' eccesseiva ingerenza da parte dei partiti.

Questa somma di fattori ha portato ad un immobilismo totale, costringendo l' amministrazione a ripiegare su operazioni di secondo piano pur di mantenersi in vita e giustificare la propria esistenza.

Un esempio?

Il primo e più eclatante mi sembra IVREA PARTECIPATA:
un inutile progetto servito unicamente a spendere il doppio per eseguire dei lavori che si sarebbero dovuti ( o potuti )fare ugualmente.

E POI SPRECHI CONTINUI.

Come definire altrimenti il finanziamento di un corso da pasticcieri ad un gruppo di serbi o la costruzione di un internet cafè in Palestina?

Insegnare ad alcuni slavi come fare le bignole è caritatevole, un' azione che la Parrocchia o un' associazione di volontariato possono fare o meno.

Un' amministrazione,no: deve occuparsi innanzitutto dei propri cittadini. E mi sembra che ad Ivrea di cose da fare ce ne siano a iosa, senza andare a cercare progetti tanto stravaganti.

Una amministrazione fallimentare che merita di essere spedita a casa.


Appello di Veltroni: 8 mesi per le riforme. SE LO SCORDI, E VOLI BASSO !

Amici ! Un po' di sana aritmetica : 21 mesi + 8 = BINGO !

Noi della destra non avevamo dubbi, e neppure il Popolo Italiano! Ecco chi è il signor Veltroni : il garante della pensione (la loro). Tutti i precari avranno senz'altro apprezzato questa difesa fino all'ultimo sangue del... SUO bonifico AD PERSONAM + CLIENTES. L'Italia non vuole questa politica. Abbiamo sotto gli occhi quello che è senza "se" e "ma" l'ANTIPOLITICA. Politicucci che pure affogando tentano ogni sorta di salvataggio ... delle loro cadreghe, dei loro "benefits" da AmDel di multinazionale. Ma sbagliano, e di grosso! Con questa uscita di Ualter PPK (alias Icaro, brutta cera), escono... TOUT COURT!

Appello di Veltroni: 8 mesi per le riforme. La replica: "Troppo tardi" - Clandestinoweb: sondaggi politici, elettorali. Il sondaggio politico elettorale che fa opinione

cosa ne pensa la sinistra giovanile?

TUTTI AL VOTO

Azione Giovani Ivrea - AGIRE: Mai più Yahoo! - Campagna nazionale contro il provider complice della politica di morte e repressione di Pechino | Azion

Azione Giovani Ivrea - AGIRE: Mai più Yahoo! - Campagna nazionale contro il provider complice della politica di morte e repressione di Pechino | Azione Giovani

martedì 29 gennaio 2008

CULTURA - Giornali, Riviste e Libri di Destra

Trasmettiamo una preziosa informazione in provenienza dell'Editore NUOVE IDEE Srl di Roma. Sappiamo tutti quanto sia difficile reperire giornali, riviste e libri di Destra. Sovente la catena di distribuzione è sinistrata dovuto a Riparazioni Comuni e Pezzi Carenti in Parte Disattesi. Onde evitare di rimanere al Verde, ve la proponiamo come Valore Italiano senza Radicali liberi, tanto per Socializzare.

Vi segnaliamo in particolare che Il Borghese rinasce, diretto dal figlio di Tedeschi.


NUOVE IDEE SRL Via Medaglie D'Oro,73 00136 Roma RIVISTE Nuova edizione de IL BORGHESE di Claudio Tedeschi Rivista mensile di cultura politica da € 102.00 a soci sostenitori - in promozione € 50.00 unita ad una delle riviste indicate sotto:

1/ LA DESTRA di Fabio Torriero rivista trimestrale politico/sociale con la collaborazione delle migliori firme della cultura di destra € 75.00 ( 4 numeri di circa 200 pag. a colori-spese spedizioni incluse) 1/A) LA DESTRA di Fabio Torriero giornale di quattro facciate, attualmente mensile, di politica e cultura

2) NOVA HISTORICA di R. de Mattei.
Rivista trimestrale internazionale di storia con particolare attenzione dal dopo 2° Guerra mondiale ad oggi

€ 88 .00 ( 4 numeri di circa 200 pag. a colori- spese spedizioni incluse)

incluso abbonamento per 12 mesi alla DESTRA mensile

3) IMPERI di Aldo di Lello.

Rivista quadrimestrale di geopolitica e globalizzazione

€ 76.80 ( tre numeri di circa 260 pag. a colori- spese spedizioni incluse)

incluso abbonamento per 12 mesi alla DESTRA mensile

4) LA PORTA D'ORIENTE- di Franco CARDINI (nuova rivista -1°numero da ott. 2006).

Rivista quadrimestrale internazionale sul levante mediterraneo di ca. 160 pag.

+ un fascicolo didattico di circa 70 pag.

collaboratori:Galli della Loggia, MarcoTarchi, Patrizia Paoletti Tangheroni, Della Seta, Fouad Allam

si sta cercando di coinvolgere Emanuele Severino, M.Veneziani,F.Perfetti, F.Gentile,P.Buttafuoco

€ 78.90 spese spedizioni incluse

Ps:Per ogni rivista acquistata un libro in omaggio

lunedì 28 gennaio 2008

IVREA SCUOLE - BAMBINI AL FREDDO

L’ENNESIMA CONFERMA DI UN' AMMINISTRAZIONE SCADENTE.

Il tutto è successo 15 giorni fa, ma merita assolutamente molta attenzione dato che sono bambini dai 6 mesi ai 3 anni ad essere coinvolti.

Ivrea, lunedì 14 gennaio: ci troviamo all’asilo nido di Ivrea; come tutte le mattine i genitori dei piccoli bimbi, tra il traffico della città e la fretta per non tardare sul posto di lavoro, si prestano ad accompagnare loro all’asilo nido. Dopo una comune e quotidiana giornata lavorativa, gli stessi genitori si presentano per prendere i loro figlioletti. Bene,qui cresce la vergogna e lo sdegno di coloro che si sono resi disponibili per denunciare l’accaduto. I genitori rimangono sbigottiti davanti ad una scena simile: l’impianto del riscaldamento non era in funzione a causa di un presunto guasto alla caldaia. I piccoli rimasero tutto il giorno al freddo, indossando cappotti,guanti,cappellini e sciarpe. Ai quesiti dei genitori, le maestre non sapevano dare risposta se non “..sono arrivati in giornata gli addetti del Comune di Ivrea, ed ora lo spiacevole accaduto dovrebbe essere risolto (…)”. I genitori, seppure incazzati neri, portarono a casa i figlioletti convinti che il problema fosse stato un inconveniente.

Martedì 15 gennaio: inizia un’altra giornata lavorativa e come sempre i genitori portano all’asilo i loro piccoli consapevoli che il tutto fosse stato risolto(…)

A fine giornata i genitori chiesero alle maestre come andò la giornata; esse risposero che non fece freddo come il giorno prima, ma neanche che si stesse al caldo come solito.

A questo punto, ci furono lamentele da parte dei genitori di questi piccoli bimbi che sono obbligati a stare al freddo per colpa di una pessima amministrazione.

Il giorno dopo, mercoledì 16 gennaio, furono chiamati gli addetti del Comune per controllare e risolvere la situazione data l’agitazione dei genitori, condivisa anche dal sottoscritto. “Furono smontati i termosifoni”, queste le dichiarazioni, “ e al ritorno quando andai a prendere mio figlio il clima era tiepido, era come stare all’aria aperta”. (Signori, stiamo parlando di bambini piccoli e generalmente i genitori vanno a prendere i loro piccoli alle 17.00-17.30!!)

All’indomani, giovedì 17 gennaio i genitori che si prestano a portare i piccoli sono meno; vi chiederete giustamente perché?! Perché alcuni piccoli si ammalarono.

Il clima era per l’ennesima volta quasi tiepido. Qualche genitore iniziò a denunciare il fatto in maniera più viva. Venerdì 18 gennaio: ecco l’ennesima conferma: al Comune abbiamo degli incapaci che giocano con le poltrone e basta…

Sempre meno i bimbi presenti; i termosifoni non funzionano di nuovo!! I genitori sono su tutte le furie. Alcuni bimbi iniziano a tossire o comunque non si sentono bene.

Un genitore, che si è reso disponibile alle mie domande, era scocciato di tale situazione: “Non è possibile, pago una retta mensile di 390 euro per avere questo riscontro?! Non ho nemmeno la tranquillità di avere il mio piccolo al caldo?! Sono 8 giorni che ho mio figlio a casa con la febbre e di conseguenza ho perso giornate di lavoro e medicine a mie spese; è una vergogna, se non chiedevo io il perché tutti i bimbi indossassero cappotto,guantoni(…) nessuno diceva nulla…”.

Lo sdegno è molto, pure il nervosismo e la rabbia di coloro che pagano un servizio pubblico per poi ottenere questo riscontro… la rabbia porta poi indietro con il tempo: alcuni mesi fa, come sicuramente ricorderete, l’asilo nido fu derubato. Dato il disagio, fecero restare a casa tutti i bimbi per chiarire l’accaduto e installare l’impianto di video-sorveglianza; “Arrivò Benedino Andrea, che si scusò con le famiglie per il disagio che si creò dicendo che il Comune avrebbe potuto rimborsare le due giornate alle famiglie…capendo che si trattava di un improvviso disagio respingemmo la richiesta(…) A distanza di mesi questo è il risultato; il primo giorno ci dicono che il disagio fu colmato ma dopo quattro giorni la situazione è sempre la stessa.” Poi il genitore continua”A tal proposito mi chiedo: sanità zero dato l’accaduto ma soprattutto data la serietà con la quale il Comune si è occupato del tutto, ma la sicurezza? Siamo sicuri che l’impianto di video-sorveglianza funzioni regolarmente?!”

Dopo aver seguito il caso, è stato mio dovere informare coloro che ci seguono anche sul blog. A tal proposito esprimo la mia solidarietà verso i genitori ed il mio ribrezzo verso chi siede giornalmente le poltrone dell’EporeDiesse; non è assolutamente ammissibile e accettabile una situazione del genere.

Come potete vedere nell’EporeDiesse viene pubblicato solo ciò che piace e non i veri problemi; stiamo parlando di famiglie che mensilmente pagano il servizio al Comune e di bambini dai 6 mesi ai 3 anni che sono stati al freddo per giornate…

VERGOGNA

Oltre al singolo caso, i genitori di queste piccole creature si preoccupano per Ivrea per quanto riguarda l’amministrazione…Dove vogliamo andar a finire?

Signori, si accesa una lampadina qui ad Ivrea, la quale indica l’allarme, il pericolo che stiamo correndo, ma allo stesso tempo, che un gruppo di giovani ha preso a cuore una tematica molto importante “combattere per una società migliore”; di conseguenza, in primavera possiamo/dobbiamo farcela per il bene di noi giovani per garantire un futuro migliore e per il bene dei cittadini che, come in questo caso, pagano regolarmente servizi dove il Comune promette sicurezza, sanità, ma in sostanza garantisce solo tasse!

LA GENTE NE HA LE S…E PIENE!! BASTA..

e la sinistra giovanile, cosa ne pensa ?

Romito: "Rinnovamento e dinamismo per la rinascita di Ivrea"

L' amministrazione eporediese di centrosinistra è la responsabile della lenta decadenza di Ivrea.
Una volta questa era la capitale indiscussa del Canavese. Ora vorrebbe fregiarsi di quel titolo, ma rischia di essere ridotta a zona marginale. Altrove (ad esempio a Chivasso amministrata da anni dal centrodestra con Fluttero prima e Matola ora, oppure a Rivarolo brillantemente guidata dal sindaco di AN Bertot), sono lo sviluppo e il dinamismo, qui vedo stagnazione e mancanza di rinnovamento.

RINNOVAMENTO E DINAMISMO

Perché credo fermamente che il gruppo dirigente di Ivrea debba essere svecchiato decisamente.
E non mi riferisco esclusivamente al punto di vista anagrafico, ma essenzialmente a quello della mentalità.
Basta con persone che si sono adagiate sulla conservazione del potere acquisito senza alcuna capacità di rinnovamento.
Ci vogliono uomini nuovi ed idee nuove per riportare Ivrea agli splendori di qualche tempo fa.

Prodi - Grijuela: epilogo di un fallimento

I "nostri" alla domanda: "Che cosa farete adesso?", rispondono all'unisono:


"IL NONNO"

FATELO E SENZA RIPENSAMENTI!

...........che è meglio per tutti.




domenica 27 gennaio 2008

Passeggiando - Bacheca Canavesana

Passeggiando - Bacheca Canavesana

E' stata pubblicata una lettera sulla Bacheca Canavesana da leggere assolutamente. I nostri amministratori dopo l'ennesima performance : i semafori intelligenti, loro (?) , si fanno pure notare per la loro oculata (occulta? non so più quale aggettivo utilizzare) gestione economica. Leggete, leggete, non aspettatevi sorprese!

venerdì 25 gennaio 2008

Romito: "Ad Ivrea il nostro impegno contro lo strapotere clientelare della Sinistra"

E' una lotta ardua, certamente, ma dobbiamo spezzare un lungo e monolitico dominio della Sinistra ad Ivrea.

Un dominio che però negli ultimi tempi ha mostrato più di una crepa.

In tutto questo tempo la sinistra si è impegnata in primo luogo ad occupare sistematicamente tutti i gangli di potere, piazzando in ogni posto disponibile uomini di fiducia che, alla prova dei fatti, in alcuni casi si sono rilevati di dubbia moralità o comunque dalle capacità perlomeno discutibili.

A noi sta il compito, se gli elettori ci concederanno la loro fiducia, di interrompere questo sistema di occupazione sistematica e clientelare del potere.

Romito: "Caduta la banda Prodi, elezioni subito per il bene dell'Italia"

Alla fine sono caduti. Si, sono.... perche' non è caduto solo Joe mortadella, ma anche tutta la sua banda stonata e sconquassata.
Direi che fosse inevitabile. Una coalizione cosi' eterogenea e litigiosa non poteva durare molto, una coalizione priva di progettualità condivisa non poteva reggere a lungo, una coalizione pervasa da un forte clima di sospetto degli uni verso gli altri prima o poi doveva implodere. Una coalizione bloccata da veti incrociati del centro verso la sinistra, della sinistra verso il centro, dei neoliberali verso i massimalisti, dei giustizialisti verso i garantisti.

Una coalizione che si era formata solo unita dall' odio verso il centrodestra e dalla volontà di occupare stabilmente poltrone e centri di poteri. Una coalizione che sfacciatamente e con metodi militari è andata ad occupare sistematicamente tutti gli angoli della gestione politica ed economica, della comunicazione. della cultura. Dalla Rai alle banche, dai consigli di amministrazione più disparati ad ogni centro di potere e controllo del paese.

Una banda quella di Prodi che più che una compagine governativa sembrava di più la banda bassotti, molto simile a Francischiello con propensione a voler dirigere la repubblica di Bananas.

Un governo, in definitiva, che aveva trascinato l' Italia agli ultimi posti tra i paesi dell' occidente rispetto allo sviluppo , alla qualità della vita, alla sicurezza, alla stabilità economica. Un governo che non riusciva più a garantire ai propri cittadini la possibilità, per lo meno, di mantenere un tenore di vita dignitoso. Un governo che non è stato in grado di risolvere nessuno dei grandi problemi del paese. Un governo, sopratutto dopo le ultime performance, che ha relegato l' Italia al ruolo di paese burla all' interno della comunità internazionale.

Ed ora?

Ora elezioni subito.

Ora il centrodestra dovrà presentare agli italiani un progetto serio e credibile, un programma concreto e realizzabile, un' iniezione di fiducia ed ottimismo non solo con verbali esorcismi, ma con azioni dirette e posizioni precise.
Ora, più che altro, il centrodestra dovrà governare una nazione che chiede solo che ciò finalmente avvenga. Il popolo italiano sente il bisogno di avere una classe dirigente che GOVERNI, che abbia il coraggio di prendere posizione decisa su tutti i problemi del paese e che con forza, coraggio ed onestà sappia DECIDERE, DECIDERE, DECIDERE.

Buongiorno Italia

"finalmente libera dal peggior governo della tua storia"

Libera da Prodi, dai suoi ministri comunisti, dai Mastella, dal governo dei Pacs, dei Dico, dell'indulto, delle tasse, della droga libera, dell'eutanasia, della promiscuità sessuale dilagante e deviante, relativista, anti-cristiano, abortista, fiancheggiatore dell'estremismo di sinistra, dei centri sociali, distruttore degli ideali di Patria, di nazione.............di Italia.


Ed ora, dopo che gli italiani hanno conosciuto a proprie spese l'ipocrisia morale ed intellettuale di questa gente, siamo certi che anche a livello locale sapranno fare le proprie scelte, consegnando all'oblio della storia il prodotto di una cultura che anziché amministrare ha sempre solo badato ad interessi di parte, e non al bene dell'intera collettività................. ma forse questo è un concetto che non hanno mai conosciuto visto che il loro mondo è diviso in classi........ quella degli amici e quella dei nemici.

Con noi, un' ITALIA DEMOCRATICA, RESPONSABILE ED UNITA.

Italianos de Argentina - Online

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RaiNews24 - La stampa straniera: melodramma Italia, uno dei paesi governati peggio in Europa

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GOVERNO/ CAPROTTI (ESSELUNGA) ESULTA PER CADUTA PRODI | Politica | ALICE Notizie

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Borse ancora su, la caduta del Governo favorisce Mediaset ma mette in ginocchio Alitalia - Milano Finanza Interactive Edition

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Tgcom - Governo,reazioni dopo il no a Prodi

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giovedì 24 gennaio 2008

ERA ORA

Ore 20.00 voto per la fiducia al Senato: The Final Countdown

YouTube - Europe-The Final Countdown
digita sul link per ascoltare

Dedicato a tutta la sinistra, alle loro facce variopinte da clown, ai voltagabbana, ai contorsionisti comunisti del partito democratico, a Grijuela, a Rao, ai Prodi, ai Veltroni e a tutti quelle facce godute e sapienti che dall'alto della loro presunta superiorità morale, hanno ridotto l'Italia in una paese in delino, senza identità e non rispettato in Europa.

Il conto alla rovescia finale è cominciato.

Scuola - Formazione. Il Project Management nella scuola

Vi trasmettiamo una notizia in provenienza dall'Assessore A. Germani del Comune di Chivasso. Riteniamo il contenuto e la proposta di interesse per la nostra comunità. Giratelo a genitori, rappresentanti di classe e consiglieri di istituto. Sarebbe gradito una qualche forma di riscontro da parte delle persone informate sull'argomento o che possono essere coinvolte in tali attività. Grazie.


Cari amici e soci del PMI-NIC,
per contribuire alla diffusione della bellissima iniziativa promossa dal Vicepresidente del PMI-NIC (Project Management InstituteNorth Italina Chapter), Walter Ginevri, che vuole portare ai più piccoli i principi del project management, il Branch Nord Ovest che ha sede a Chivasso – Palazzo “L. Einaudi” – ha deciso di estendere la sperimentazione nel territorio di riferimento. A tal fine, insieme all’Assessorato all’Istruzione e all’Assessorato alla Cultura del Comune di Chivasso, è stata organizzata la presentazione dell’iniziativa e del kit metodologico per la scuola primaria.

L’iniziativa ha riscosso nel 2006 e nel 2007 un successo in tre istituti milanesi. Gli insegnanti, i bambini e gli stessi project manager –soci del NIC- che vi hanno partecipato si sono detti entusiasti della sperimentazione.

E come non farsi contagiare da questo entusiasmo quando a beneficiarne sono i nostri figli e i bambini?

Ecco perché vogliamo estendere a tutti voi l’invito a partecipare in veste di semplici osservatori o, meglio ancora, di potenziali project manager disposti ad aderire attivamente all'iniziativa.

Sei perciò invitato ad ascoltare la presentazione "Il PM nella scuola: Progetti dal Futuro" che si terrà a Chivasso, presso la sede di Palazzo Einaudi, martedì 29 gennaio. L’inizio è fissato per le ore 15:00; la durata è di un’ora circa e, per facilitare la partecipazione, è prevista la replica alle ore 17.00. L’invito è anche a “far circolare la voce” fra gli insegnanti amici e conoscenti che abbiano voglia di ascoltare… Per aderire puoi iscriverti tramite l’apposita scheda che troverai sul nostro sito al seguente indirizzo: PMI

mentre in allegato inoltriamo una scheda con ulteriori informazioni sul progetto.

Un caro saluto
Alessandro Germani Vice Sindaco
Assessore alla Cultura, Commercio e Attività Produttive
Tel. +39.011.911.54.96 / +39.011.911.54.56
Fax +39.011.911.54.98
a.germani@comune.chivasso.to.it

lunedì 21 gennaio 2008

Romito: "Ivrea ha voglia di cambiamento, di gente nuova"

Gli eporediesi non sono per nulla soddisfatti dell' attuale amministrazione di Ivrea.
Si sente in città, si percepisce, si respira voglia di cambiamento, di schemi nuovi, di gente nuova.
Tutto il vecchiume, tutte le consuetudini, tutti i metodi, tutte le procedure politiche trite e ritrite degli attuali amministratori oramai spingono i nostri concittadini a voler cambiare pagina.
Ebbene, sta volta è possibile farlo. Adesso è ora di sostenere la destra politica.
La coalizione che presente Pio Coda in qualità di candidato sindaco è pronta a governare la città ora più che mai la volontà degli eporediesi verrà asecondata; il centrodestra sta lavorando compatto per cambiare colore e volto ad Ivrea.

Con il contributo di tutti ci si riuscirà.

ORMONI GELATI - Piccoli delinquenti vanno in Siberia - LASTAMPA.it

Piccoli delinquenti vanno in Siberia - LASTAMPA.it

AG ci segnala questa notizia in provenienza dalla Germania, tramite La Stampa (visto i contenuti, dubitiamo che arrivi in forma propositiva da Repubblica, per quanto riguarda i Red To Let Papers, potete già immaginare la forma e sostanza se pubblicheranno la notizia...).

La sostanza : bulli e piccoli delinquenti STOP scuola di vita a soli 150€ il giorno STOP compreso di "toilette" a -20° STOP una cesta di legna STOP un piatto di minestra STOP no telefonino STOP !

Da noi ... 150.000€ (al giorno!) per programmi rieducativi, a base di denunce di poliziotti, condanne di Carabinieri, vilipendio dello Stato e delle Chiesa, aule del Parlamento in onore a teppisti ! Vi sono differenze nell'Unione Europea ? Vedete un po voi!

Ancora sul Diritto di Essere Cristiani

Ma ci avete fatto caso?
Ci sono i docenti indecenti che impediscono a Benedetto XVI di parlare in una Università... e ci sono giornalisti sinistri (parimenti indecenti) che fanno parlare in TV, per giunta sulle reti della tv pubblica, i brigatisti rossi; quelli non pentiti, quelli che non hanno mai chiesto scusa per i reati che hanno commesso e per i quali scontano ancora una condanna (però: facile scontare così, eh?), quelli che possono commentare su tutto e su tutti, con una autorevolezza che mi chiedo da dove gli venga...
Non è questa l'Italia che vogliamo.
Non lasciamo che si confondano laicità e laicismo.
Indignamoci e diciamolo forte.

venerdì 18 gennaio 2008

Centri socializzanti

Fra le tante interrogazioni ed azioni con le quali ogni settimana l'On. Agostino Ghiglia incalza il chiamparotto, vi proponiamo questa, fresca di giornata. I centri sociali rivoltosi solo a Torino, mumm ... pensateci bene! Cosa succede in quelli eporediesi ? Qualcuno lo sa?

GHIGLIA (AN) - ORA BASTA! CHIAMPARINO CHIEDA, OGGI STESSO, LO SGOMBERO DEI "CENTRI SOCIALI" O LO DENUNCEREMO ALLA PROCURA DELLA REPUBBLICA.

Sono anni che chiediamo, soli ed inascoltati, lo sgombero dei cosiddetti "centri sociali" presenti a Torino, covi di delinquenti, estremisti di sinistra e disadattati vari, che sfruttano ogni occasione per attaccare le forze dell'ordine e danneggiare il patrimonio pubblico.
Le responsabilità di Chiamparino sono enormi! Il sindaco, infatti, è l'unico titolato a chiedere lo sgombero di stabili che sono quasi tutti di proprietà della Città.
Dopo gli scontri di ieri sera che hanno portato, addirittura, all'assedio della Questura di Torino, il sindaco non può più cedere di fronte alle pressioni della sinistra radicale della sua maggioranza che protegge da sempre i facinorosi ma deve agire!
Ci attendiamo che Chiamparino prenda immediatamente le distanze dai violenti e chieda, oggi stesso, lo sgombero dei "Centri" più violenti. Se non lo farà, denunceremo Chiamparino alla Procura della Repubblica, giacché sarebbe ancora una volta evidente la protezione che, nella sua qualità di "proprietario" degli stabili, garantisce alle frange più violente dell'estremismo torinese.

On. Agostino Ghiglia
Presidente Provinciale AN


IL DIRITTO DI ESSERE CRISTIANI

Riceviamo e volentieri pubblichiamo

Alla luce del recente avvenimento dell' Università " La Sapienza " di Roma, dove le proteste di uno sparuto gruppo di studenti e cosiddetti professori hanno spinto il Papa a rinunciare alla sua visita per l' inaugurazione dell' anno accademico, non é possibile non trovarsi indignati e profondamente amareggiati per l' onta che questo episodio ha gettato su tutti noi Italiani.
E' perciò opportuno chiedersi che cosa abbia permesso che una tale dimostrazione di vera e propria intolleranza religiosa, perchè in altro modo non la si può definire,abbia potuto trovare tale spazio e peso in una dimensione che dovrebbe dare a tutti (e non sempre e solo ai soliti) libertà di espressione.
Ma appare ormai evidente che essa è assicurata solo a chi, nel nome di una vaga e indefinita verità scientifica, non accetta che il Santo Padre porti il suo messaggio, ma arriva da insinuare che ciò metta a repentaglio la laicità dello stato e la libertà della scienza, mi pare però senza fare uso dei quella razionalità che si va tanto decantando.
E' senza precedenti l' attacco che la società ha permesso a questi individui di sferrare non solo contro chi ha una vera e profonda Fede nella religione cattolica. ma anche contro chi crede che le radici Cristiane dell' Italia e dell' Europa non siano da gettare al vento; perchè se è vero che la laicità è un valore da proteggere e da tenere sempre a mente per chi vuole governare un paese, è altrettanto vero che non si deve mai scordare di seguire un preciso codice etico e morale che non può essere certo improvvisato.
Non dobbiamo più permettere che si verifichino tali avvenimenti, e soprattuto non dobbiamo più permettere che qualcuno tenti di cancellare le nostre radici e di negarci la libertà.

Ivrea: "Grijuela ed i Tacun Reds all'opera!

Venerdì, giornata di mercato ad Ivrea e di traffico (come di consuetudine).
Ma oggi è anche la giornata della calata sulla città, dopo i Rossi Comunisti che da trent' anni governano male la città, dei T-Reds, i famigerati semafori "intelligenti", rilevatori automatici di infrazioni, pronti a mettere le mani in tasca ai cittadini eporediesi e canavesani. Non discutiamo del rispetto del codice della strada, per noi assolutamente imprescindibile, ma dell'utilizzo di simili apparecchiature che anzichè scoraggiare i pirati del volante, servono solo a rimpinguare le casse comunali (ma come mai sono vuote Grijuela? Non hai investito, non hai costruito, non hai migliorato la città............ma i soldi dove li hai spesi?).

.............non so come andrà a finire ma sono certo che tra aprile e giugno i semafori che fanno le multe da soli, cesseranno come per incanto di funzionare.........STATENE CERTI!!

DEMOCRAZIA - Atto ... dovuto


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giovedì 17 gennaio 2008

Romito:" Sulla questione Santo Padre le lacrime tardive dei soliti compagnucci non impietosiscono nessuno"

Lacrime da coccodrillo in tutta la sinistra per la questione relativa alla richiesta di non fare intervenire il Santo Padre all' Università La Sapienza.

Troppo tardi....... e poi e' vero dispiacere o sotto sotto i compagnucci sono soddisfatti del passo indietro a cui è stato costretto il Papa?

Anche le parole di Veltroni non sono convincenti.... e poi se anche fossero ( e non lo sono ) sincere, di cosa si lamentano adesso? Quegli pseudo-studenti vocianti e manifestanti stamane a Roma sono figli della propaganda e dell' intolleranza insegnata anche dal "gran sindaco" di Roma, ai vertici del PCI prima, del PDS, dei DS poi del Partito Democratico adesso. E quei professori faziosi e anti-occidentali non sono forse i protagonisti del '68 e forse peggio ancora del '77?

Ed allora non sono sempre i soliti
C O M U N I S T I?

Si vergognino e tacciano loro. Non e' più il loro tempo

E' IL TEMPO DELLE I D E E
E' IL TEMPO DELLA D E S T R A

DEMOCRAZIA - Atto ... osceno

Professori? Boh!

Abbiamo sentito il Sig. Pannella, noto per le sue cure dimagranti; abbiamo ascoltato il giornalista da assalto (cf. il compagno Mentana); abbiamo sentito i contraddittori "shrink-wrapped" media-consegnati. Che cosa abbiamo noi da dire nel Canavese? Che non vi è da stupirsi se vi è una crisi profonda della società; non si tratta solo di valori, ma di comune buonsenso, o senso della decenza! Troppo Papa in TV? Troppo Vaticano nella società italiana? Può essere. Ma si tratta sempre di punti di vista e "tappare" la bocca a chi desidera parlare non è certo l'espressione del pensiero umanistico dai signori intolleranti sbandierato. Noi, nella Ivrea rossa, ci siamo abituati da decenni; abituati a vedere le nostre idee vilipese, ignorate e manipolate; abituati ad essere "oscurati" da media schierati, strumentali e miopi; abituati ad essere additati come impestati perché esprimiamo valori e comportamenti diversi; abituati a tutti i tentativi di tapparci la bocca. Ma noi, cittadini di un' Italia democratica e libera, di un' Italia moderna ed europea, di un' Italia laica e rispettosa delle sue religioni, cominciando con quella Cristiana, simbolo della nostra cultura, non ci stiamo!

No! Non ci stiamo proprio e mandiamo a dire a quei gentiluomini e nobildonne che quella Italia che vorrebbero totalmente muta e tutta pecorona, non l'avranno mai! Mai. Noi nel Canavese, lottiamo come la maggioranza del popolo italiano per vivere in un mondo civile e tollerante, rispettoso delle opinioni e del pensiero altrui, dove la leadership nasce dall'intelligenza e non dall’intellighenzia, faziosa, oltranzista, e totalitarista alla quale appartengono chi pone veti in nome di una laicità di facciata, sempre strumentalizzata.


Gasparri.it

'LA SAPIENZA' CONTRO IL PAPA: ECCO I NOMI DEI PROFESSORI FIRMATARI DEL PUBBLICO APPELLO CONTRO IL PONTEFICE

La rinuncia di Papa Benedetto XVI all’intervento in occasione dell’inaugurazione dell’anno accademico dell’università La Sapienza è scaturita dall’iniziativa di 67 professori dell’Ateneo romano che, manifestando un’intolleranza inaudita, hanno rivolto un pubblico appello contro il Pontefice. Ritengo utile che gli italiani possano ricordare i nomi di questi professori che del resto, avendo assunto una pubblica iniziativa, saranno lieti di essere ulteriormente messi in primo piano.

Di seguito, l’elenco del promotore e dei firmatari della lettera indirizzata al Rettore de La Sapienza

Marcello Cini, Gabriella Augusti Tocco, Luciano M. Barone, Carlo Bernardini, Maria Grazia Betti, Enrico Bonatti, Maurizio Bonori, Federico Bordi, Bruno Borgia, Vanda Bouche’, Marco Cacciani, Francesco Calogero, Paolo Calvani, Paolo Camiz, Mario Capizzi, Antonio Capone, Sergio Caprara, Marzio Cassandro, Claudio Castellani, Flippo Cesi, Guido Ciapetti, Giovanni Ciccotti, Guido Corbo’, Carlo Cosmelli, Antonio Degasperis. Francesco De Luca, Francesco De Martini, Giovanni Destro-Bisol, Carlo Di Castro, Carlo Doglioni, Massimo Falcioni, Bernardo Favini, Valeria Ferrari, Fernando Ferroni, Andrea Frova, Marco Grilli, Maria Grazia Ianniello, Egidio Longo, Stefano Lupi, Maurizio Lusignoli, Luciano Maiani, Carlo Mariani, Enzo Marinari, Paola Maselli, Enrico Massaro, Paolo Mataloni, Mario Mattioli, Giovanni Organtini, Paola Paggi, Giorgio Parisi, Gianni Penso, Silvano Petrarca, Giancarlo Poiana, Federico Ricci Tersenghi, Giovanni Rosa, Enzo Scandurra, Massimo Testa, Brunello Tirozzi, Rita Vargiu, Miguel A. Virasoro, Angelo Vulpiani, Lucia Zanello.


Ecco chi non vuol far parlare il Santo Padre Benedetto XVI

http://www.gasparri.it/html2/editoriale.php?id=

Cliccate sul titolo del post o copiate il link per conoscere i nomi dei "docenti" indecenti che hanno impedito al Santo Padre di intervenire all'inaugurazione dell'Anno Accademico della università La Sapienza di Roma.


VERGOGNATEVI!

mercoledì 16 gennaio 2008

BAMBOCCI - Episodio 3

Alleanza Nazionale Canavese - BLOG GATE: SCS - Cura di giovinezza

La pensione da dirigente è al minimo storico, serve un euro- tacùn. I 50 magnifici mettono la mano.. all'urna.
Ragazzo ! Come puoi compettere con i tuoi 30 anni, laureato in Gestione Aziendale. Vai in pensione, bamboccio! E vedrai che tutto si sistema (sistema? quale?).

SCS - Cura di giovinezza

Posto ai giovani... pensionati? Neanche!

Pista !

Non avevamo dubbi: è più facile mettersi d'accordo per una poltrona che per un carico di cariche. Amici, confrontate le notizie. Se avete dei dubbi, toglieteveli !

Dalle notizie della Gazzetta del Canavese.

"È stato nominato ieri sera nel corso dell’Assemblea dei Sindaci
Giovanni Truant nuovo Presidente Scs
Sono state dodici le domande che sono arrivate in Scs per la nomina a nuovo presidente della societa. E ieri sera nel corso dell’Assemblea dei Sindaci degli oltre 50 comuni, è stato votato il successore di Vaccarono. È Giovanni Truant, ingegnere, ex dirigente in pensione, con un passato di tutto rispetto all’interno della Olivetti.
Il percorso per giungere alla nuova nomina è partito nel mese di novembre, all’indomani delle dimissioni di Vaccarono.
Il termine per la presentazione delle domande era stato fissato al 15 dicembre. Da quel momento una Commissione ha esaminato le domande pervenute…"


poi .... il confronto ...

Ad Ivrea Candidato cercasi
Nel centro sinistra continuano gli appelli per il confronto ma…
Le elezioni continuano ad essere un enigma per il centro sinistra. L’individuazione di un candidato unico fatica a farsi strada. Ed il problema è doppio: nel Partito Democratico c’è più di un candidato e manca il confronto con gli altri partiti dell’Unione, la neonata federazione di Sinistra Arcobaleno in primo luogo. Ma anche lo Sdi, l’Italia dei Valori, i Moderati…
Intanto c’è una nuova presa di posizione della Associazione per il Partito Democratico. In una lettera inviata alla Coordinatrice del PD nel Canavese, Cristina Rolando Perin

martedì 15 gennaio 2008

BLOG GATE - NUMBER ONE IN CANAVESE

Appena in tempo a darvi un altra grande notizia dopo quelle che avete potuto verificare da soli da qualche mese.

QUALSIASI NOTIZIA CERCATE CHE BLOG GATE CONTIENE RESTITUISCE AL 99% IL NOSTRO SITO COME PRIMO NELLA SCHERMATA GOOGLE ! E TUTTO QUESTO IN TEMPO REALE ! VALE A DIRE APPENA LA PUBBLICHIAMO !!!

Neanche il beppe grillo nazionale ce la fa sul nostro territorio.

Altro punto positivo: abbiamo raggiunto ieri sera alle 22:00 il fatidico numero di 100 iscritti alla NewsLetter. Inoltre abbiamo 153 visitatori "unici" e regolari. Siamo pronti per le prossime amministrative. Siamo primi e stiamo bene, nessuno ci "schioda". E' finito il monologo monocolore sul Canavese.

Loro attaccati alle poltrone, noi alla POLE!

Alle nostre Penne ! Nere !
Magari qualcuno porta il capello, e la penna è lunga..

Romito: "L'abito è cambiato ma la pelle è sempre la stessa"

Insomma, sono rimasti uguali ad una volta, sono rimasti sempre gli stessi. Hanno provato a cambiare abito, a darsi una pulita, a darsi una rassettata, ad usare un linguaggio diverso, ma la pelle è rimasta la stessa e la testa non è cambiata per nulla.
Una volta, a secondo della loro " sensibilità culturale e politica ", a seconda del luogo che volevano occupare nell' arcipelago melmoso e letamoso della sinistra, a secondo della loro convenienza economica e tattica, a secondo delle amicizie del momento.... una volta si chiamavano Lotta Continua o Potere Operaio o Partito Comunista o Lotta Comunista o Partito Socialista o Brigate Rosse o Partito Radicale o Servire il Popolo o Prima Linea o Avanguardia Operaia o Autonomia o altro ancora ( l' elenco sarebbe purtroppo lungo e nefasto ). Adesso si chiamano diversamente; passando da PDS arrivati a Ds ( democratici? - sigh - di sinistra ) ora Partito Democratico e anche Sinistra Democratica o SDI o Anarchico Insurrezionalisti o Sinistra Antagonista o Rifondazione Comunista o Verdi o Partito dei Comunisti Italiani o..... chissà cos' altro ancora.
Ma sono rimasti sempre la stessa cosa:

C O M U N I S T I

Una volta nelle università impedivano ai giovani di Destra, non solo di esporre le proprie idee, ma addirittura di frequentare regolarmente i corsi.
Una volta urlavano " uccidere un fascista non è reato ", difatti ne hanno ammazzati 28 senza mai che sia stato trovato un colpevole, ne hanno feriti a sprangate, coltellate, pistolettate 1279 quasi tutti in modo impunito.
Una volta; ad esempio, in una scuola un ragazzo colpevole di avere scritto un tema in cui accusava i crimini dei totalitarismi comunisti e stalinisti ( tema "prontamente ed opportunamente" trasferito da un insegnante agli studenti " democratici " dell' istituto ) viene colpito a colpi di chiave inglese sotto casa e muore dopo 48 giorni di atroce agonia ( SERGIO RAMELLI anni 17).
Una volta attaccavano e oscuravano i consigli, i dettati morali. il pensiero di Papa PAOLO VI.
Una volta il loro ateismo sfrontato accerchiava culturalmente tutto ciò che di Cristiano ci fosse nella nostra comunità.
Adesso accusano di antirelativismo il Santo Padre, e protestano, volendo impedire una sua visita all' università La Sapienza ( quale? ) di Roma.
Adesso 67 " docentiscienziatiprofessorifisici " scrivono un documento dove chiedono di non far entrare Papa BENEDETTO XVI all' università. ( doveva lanciare messaggi contro la pena di morte, forse i sinistrosi pensano che il Santo Padre intenda parlare giustamente di tutte le condanne a morte, anche quelle comminate a degli innocenti ancora nel grembo di chi...... per lo meno non dovranno mai chiamare mamma ).
Sono rimasti sempre gli stessi: prevaricatori, arroganti, contro la libertà di pensiero, contro la civiltà occidentale.
Sono e saranno sempre una sola cosa

C O M U N I S T I

Stiamo attenti, quello di Roma è uno dei tanti segnali pericolosi della china che rischia di prendere il mondo di sinistra.
Rifiutiamo con intelligenza e vigore questa sottocultura dei soliti stalinisti, leninisti, titini. atei senza fede e senza Dio.

Carlo Romito

SONDAGGI - La nostra sentinella vigila

Amici del Canavese. Ricordiamoci che ogni sondaggio che si rispetti ha bisogno di una spintarella. Anzi ! Di una vera e propria sentinella che vigili sulla sua "incolumità" di fronte alle aggressioni dei soliti in cerca di visibilità! La cosa vi evoca qualcosa? Mah!

Comunque la nostra sentinella ha gli occhi spalancati e vi fornisce il modo di redimervi con qualche click ! A dire il vero, nel caso del nostro sondaggio, la sentinella non deve fare molto perché nel Canavese pochi possono vantare uno storico negativo in fatto di amministrazione del bene pubblico come i nostri arroccati. Comunque, votate qui!

lunedì 14 gennaio 2008

Romito "Il CentroDestra unito e compatto progetta la Ivrea del futuro"

Ivrea va verso il voto con il centrodestra coeso, compatto e voglioso di rimettere le cose a posto in questa città.
La sinistra persiste con le solite interminabili discussioni nel tentativo di trovare un accordo, tanto lontano quanto specchio di anni amministrati con quelle incertezze e quelle divisioni che hanno impedito alla città di avere una guida sicura, energica, risoluta, pronta a soddisfare le esigenze dei cittadini. Risulta evidente che un gruppo incapace di trovare soluzioni e sintesi al proprio interno, non può presentarsi agli eporediesi come garanzia di governabilità ed efficienza.
Alcuni, tra loro, chiedono ai compagni di cordata le primarie; altri ipotizzano soluzioni di vertice; altri ancora intimano di " muoversi "..... Ho l' impressione che finiranno per " muoversi " definitivamente: si " muoveranno " passando da forza di maggioranza in gruppo di opposizione in consiglio comunale.
Noi, intanto, il centrodestra, proseguiamo la nostra azione di proposta politico amministrativa e tracciamo le linee programmatiche per progettare l' Ivrea del futuro. La città nuovamente dinamica, attiva, concreta. dove è bello vivere e lavorare...... Si lavorare perchè creando i presupposti giusti gli eporediesi torneranno a vedere sviluppo nel proprio territorio.
Ivrea sceglierà il centrodestra, perché maggiormente dinamico, pieno di entusiasmo e con le " idee chiare ".

E' IL TEMPO DELLE I D E E
E' IL TEMPO DELLA D E S T R A
Carlo Romito

CMS - Interessa qualcuno ?

Abbiamo ricevuto questa comunicazione e ve la proponiamo "tale quale". Noi non conosciamo censure.


Sembra del tutto ovvio che le faccende occupazionali siano d’interesse solo in modo selettivo. Dove sono finiti i nostri valorosi "combattenti" per i diritti dei lavoratori? Con il megafono... in aziende ad "alta visibilità" come Vodafone? C'è qualcuno che ha voglia di occuparsi dei veri problemi occupazionali, delle imprese dal trascorso creativo! E' ora di mettere alla luce queste indecenze! Dove sono le solerti sentinelle? Assopite nel prato a sinistra?



CMS Vergogna


E’ una vergogna che in quella che oggi si chiama C e P si facciano straordinari a raffica.


E’ una vergogna che si festeggino gli appalti con pasticcini e spumante su iniziativa di chi un tempo assicurava a tutti lavoro fino al 2019.


E’ una vergogna che per affrontare la grossa quantità di lavoro siano stati ingaggiati lavoratori esterni (forse interinali?) mentre noi da quattro anni siamo in cassa.


E’ una vergogna che la persona incaricata a svolgere le pratiche da inoltrare all’INPS non si sia preoccupata di farlo in tempo utile,nonostante l’avviso dell’INPS, in modo che i cassa integrati percepissero, l’assegno per Natale


E’ una vergogna che da Dicembre 2004,nonostante gli innumerevoli conteggi, non siano ancora riusciti a comunicare definitivamente ai lavoratori quando e se mai pagheranno quella tredicesima.


E’ una vergogna che tutto questo accada sotto gli occhi,volutamente ciechi,dei sindacati. Alcuni dei quali nostri colleghi.


E’ una vergogna che le battaglie più grosse siano state necessarie verso di loro anziché con loro. Con loro per impedire questa incredibile mancanza di rispetto.


Vi ricordate il lavoro gratis per salvare l’azienda?


L’impedimento di interventi come Striscia la notizia?


Il materiale che non arrivava perché fù rubato il container a Genova?


Acer, che senza di noi non poteva andare avanti?


Il polo informatico di Loranzè?


Ci hanno preso in giro tutti.


Ormai non ci resta che dare l’addio al posto di lavoro,che difficilmente, vista la media della nostra età,ritroveremo.


Speriamo almeno che ci sia un Dio.


(lettera firmata)


sabato 12 gennaio 2008

FINI - AN, UNA ALLEANZA PER L'ITALIA: ECCO LA SFIDA DEL FUTURO

Per un confronto con ogni persona, associazione, forza che operano per il bene del nostro paese. Il documento manifesto del nostro Presidente, Gianfranco Fini.

AN, UNA ALLEANZA PER L'ITALIA: ECCO LA SFIDA DEL FUTURO
Di seguito il documento di An elaborato in vista della Conferenza nazionale di Milano del 14, 15 e 16 marzo. Il presidente Gianfranco Fini lo ha inviato ai coordinatori regionali, ai presidenti provinciali, all'esecutivo nazionale e ai parlamentari nazionali ed europei, raccomandando «di estendere il confronto anche al di fuori di An, sia ai partiti del centrodestra sia ad associazioni, parti sociali, movimenti, categorie», con l'obiettivo di coinvolgere la più ampia parte possibile della società nella definizione del manifesto per "Un'Alleanza per l'Italia".
An: il partito degli Italiani
A quarant'anni dalla contestazione del 1968 l'Italia risente ancora degli effetti negativi di quella stagione. Da allora valori essenziali sono stati negati, come l'identità culturale della nazione, il merito, la legalità, la famiglia. È necessario rialzare la testa, rompere i luoghi comuni del politicamente corretto, ridare un senso, un'appartenenza, una voglia di futuro alla nostra comunità nazionale. Senza queste premesse nessun progetto politico servirebbe. Il fallimento del peggior governo della storia italiana potrebbe presto riportarci alla guida dell'Italia, ma ad An non interessa un ritorno al potere per recuperare ruoli o posti. Vogliamo ricostruire il tessuto profondo della nostra Italia. Vogliamo creare una grande Alleanza per l'Italia, che agisca nell'immediato ma guardi al futuro, per ridare speranza, per uscire dalla sindrome di chi pensa a un'Italia priva di prospettive e relegata ai margini della Storia. An vuole essere il partito degli italiani responsabili, consapevoli delle proprie radici, capaci di fare appello alla propria tradizione identitaria per reagire a un declino che non è affatto ineluttabile.
Alleanza per l'Italia: ripartire dall'identità nazionale. L'Italia, prima ancora di risultare una nazione fragile nelle sue strutture politiche e sociali, risulta essere in crisi nelle sue radici culturali e morali. Senza cultura di riferimento nessuna politica che voglia avere un respiro lungo è possibile: per questo è essenziale costruire una Alleanza per l'Italia che parta dai valori della destra politica. Un'Alleanza rivolta al cambiamento della società italiana, al suo miglioramento senza velleitarismi occasionali, a renderla partecipe e protagonista dei grandi mutamenti in atto, ma preservandola, al tempo stesso, dalla tentazione della fuga dalla sua stessa identità storica e culturale. Ecco perché il radicamento identitario è il primo passo della costruzione del partito degli Italiani. Un progetto politico culturale, che passa attraverso la riaffermazione del Modello Italiano che deriva dalla nostra storia, dalla nostra cultura e dalla nostra identità e che deve dare consapevolezza creativa alle nuove generazioni e a tutta la società. In questa prospettiva è necessario comunicare la volontà del cambiamento ai cittadini, la capacità di elaborare un progetto come "valore distintivo", la determinazione in quelle scelte che derivano da una autentica etica della responsabilità. L'Italia sconta gli effetti di una globalizzazione non governata, cullata sull'illusione trionfalistica che un fenomeno di tale portata potesse essere lasciato sedimentare senza politiche di controbilanciamento, senza governo, senza una cultura dell'interesse nazionale. Ecco perché la mancata modernizzazione del Sistema-Italia si scontra, oggi, con l'incapacità di governare e affrontare la globalizzazione, sia le sue positive opportunità che le sue insidie. Le problematiche sono multiformi, partono da un'integrazione europea fortemente dominata da logiche tecnocratiche e dalle dinamiche incontrollate del commercio mondiale. Nazioni che posseggono grandi risorse finanziarie grazie all'esplosione incontrollata dei prezzi energetici e a sviluppi economici dominati da regimi totalitari hanno costituito "fondi sovrani", che fanno shopping di aziende e industrie, anche in Italia. Questo pone un problema di difesa degli interessi strategici economici nazionali. In questo scenario la destra politica con una chiara assunzione di responsabilità vuole declinare un progetto che leghi modernizzazione e interesse nazionale e che punti a un positivo inserimento del nostro Paese nell'integrazione europea e in una globalizzazione governata. Un progetto di riscatto nazionale, articolato in punti chiari e irrinunciabili, per realizzare i quali è necessario avere più destra nel centrodestra. Da queste premesse partono le grandi battaglie dell'Alleanza per l'Italia:
1. Il valore della vita e la dignità della persona come fondamento della Nuova Italia. Con il governo Prodi si sono intensificate, su impulso delle forze più a sinistra dell'Unione, iniziative ostili all'integrità della persona. In particolare:
Dall'inizio della legislatura il Senato è stato impegnato nella discussione di vari disegni di legge che, col pretesto di combattere l'accanimento terapeutico - punto sul quale vi è consenso unanime - in realtà, nell'ottica di larga parte della sinistra, mirano a introdurre l'eutanasia, pur mascherandola sotto il nome di testamento biologico o di dichiarazione anticipata di trattamento. Va, invece, percorsa con decisione la via del non abbandono del paziente affetto da patologie gravi - con adeguate cure palliative e con una effettiva e adeguata assistenza - e dell'aiuto alla sua famiglia, con un impegno che passa dal servizio sanitario e dai servizi sociali e, quindi, chiama in causa le Regioni e gli enti territoriali.
Invece di sostenere la famiglia utilizzando le risorse dell'extragettito, il governo Prodi si è reso promotore dell'iniziativa legislativa dei cosiddetti "dico". Non vi è alcuna necessità di avallare questa cambiale ideologica, che è tale perché larghissima parte dei cosiddetti "diritti individuali" dei componenti di una convivenza trovano già ampia tutela nell'ordinamento. L'ultima cosa di cui ha bisogno l'Italia è una ulteriore penalizzazione della famiglia, che verrebbe fuori dalla individuazione di un modello alternativo, una sorta di "famiglia fai da te", i cui componenti si ritagliano diritti e doveri come meglio credono. È invece necessario promuovere un rilancio dell'istituto familiare, parallelo al rilancio di una politica demografica, che faccia invertire il trend che vede sempre più la nostra nazione popolata da anziani e da figli unici.
L'ultimo pedaggio ideologico che il governo Prodi tenta di pagare alla parte sinistra della sua coalizione è l'inserimento nell'ordinamento italiano delle norme cosiddette anti-omofobia. Si tratta di disposizioni inutili, essendo già completo il quadro normativo riguardante la tutela per tutti, quindi anche per gli omosessuali, dalle discriminazioni. Si vorrebbe introdurre un delitto di opinione, in base al quale affermare che due persone del medesimo sesso non hanno il diritto di adottare un bambino o che un genitore può rifiutare per il proprio figlio un insegnante ostentatamente transessuale potrebbe, suonare come discriminatorio, e quindi passibile quanto meno dell'apertura di un procedimento penale. Per questo motivo è necessario lanciare una grande battaglia per la difesa del diritto alla vita e della dignità della persona, nella quale:
a. Mobilitare i nostri rappresentanti nelle Regioni e negli enti territoriali perché sia assicurata la presa in carico del paziente da patologie gravi e l'affiancamento della sua famiglia;
b. Sostenere in ogni sede iniziative in favore della famiglia, e a contrastare forme giuridiche, quali i pacs-dico-cus, che puntano non già al riconoscimento dei diritti individuali dei componenti delle coppie di fatto, ma a istituire modelli alternativi di matrimonio;
c. Contrastare nel Parlamento e fra la gente le norme cosiddette anti-omofobia, in realtà gravemente lesive della libertà di espressione del pensiero.

2. La famiglia protagonista nella società. Il "declino italiano" è un dato tangibile che colpisce quotidianamente le famiglie del nostro Paese, è quello che si manifesta nello stritolamento del ceto medio, che sta dividendo l'Italia fra pochissimi "furbetti" super ricchi e la polverizzazione degli altri in un ceto indistinto sempre più a rischio di povertà. È la perdita di potere d'acquisto, l'incertezza del futuro, l'instabilità permanente. Le generazioni precedenti hanno sempre avuto la prospettiva di poter salire la scala sociale, migliorare sé stessi e la condizione delle proprie famiglie. Il risparmio consentiva di acquistare la prima casa e, a volte, anche una seconda, di accedere a nuovi consumi: dall'automobile agli oggetti di lusso. L'Italia traeva linfa e fiducia da un grande ceto medio che includeva gli operai specializzati, gli artigiani, i commercianti, gli impiegati, i quadri, gli insegnanti, i giovani e non ancora affermati professionisti. Ciascuno di loro aveva la prospettiva di crescere e migliorare. «Discesa di classe», l'hanno definita alcuni sociologi, per sintetizzare il fenomeno del peggioramento del proprio status. E molto chiara al riguardo è l'immagine fornita dal Censis: «Le dinamiche di sviluppo in atto restano dinamiche di minoranza, che non filtrano verso gli strati più ampi della società. Lo sviluppo non filtra sia perché non diventa processo sociale, sia perché la società sembra adagiarsi in un'inerzia diffusa, una specie di antropologia senza storia, senza chiamata al futuro. Una realtà sociale che diventa ogni giorno una poltiglia di massa». La campagna a favore delle famiglie si deve articolare su più temi:
a. Un fisco a dimensione familiare. Occorre tradurre la proposta di introduzione del quoziente familiare in formule alternative in grado di realizzare un'equità orizzontale: deduzioni per il minimo vitale (possibile creazione di un paniere di beni dove inserire i servizi primari per la cura di minori e anziani...); introduzione di un sistema (Basic incom familiare) articolato su deduzioni per il familiare a carico (coniuge, figli, parente fino al secondo grado). In questo modo il reddito imponibile viene calcolato sottraendo al reddito nominale il reddito minimo per il mantenimento di ciascun componente del nucleo familiare. Netta deve essere la scelta verso una riduzione delle tasse orientata verso i redditi mediobassi e verso le famiglie, al contrario degli orientamenti sull'abbassamento delle aliquote massime verso la flat tax ("tassa piatta", basata su una aliquota unica senza progressività).
b. Contenimento dei prezzi e delle tariffe. Promozione di una campagna contro il "caro vita" con l'individuazione di politiche per il contenimento dei prezzi da parte delle istituzioni, di microcredito garantito, di mutuo sociale a cui collegare una battaglia contro i grandi monopoli che stanno colpendo soprattutto il ceto medio. Un attacco ai grandi cartelli monopolistici (da contrapporre alle "liberalizzazioni" di Bersani contro professionisti e ceto medio), rappresentati dalle banche, dalle assicurazioni, dalla grande distribuzione organizzata, dai petrolieri e dalle telecomunicazioni.
c. Diritto alla casa. La crisi della casa investe oltre un milione e mezzo di famiglie. Solo alcune di loro, con reddito particolarmente basso, hanno la possibilità di partecipare ai concorsi per l'assegnazione di una delle poche case disponibili. È necessario, quindi, non solo finanziare l'edilizia economico popolare, ma lanciare una vera politica di "housing sociale" che metta a disposizione case con affitti controllati per il ceto medio.
d. Conciliazione tra tempi di vita e tempi di lavoro. La conciliazione oggi non è più solo un problema delle donne, ma di tutta la famiglia che deve destreggiarsi rispetto alla necessità di lavorare di entrambi i coniugi. Occorre, quindi, che la famiglia entri nelle relazioni contrattuali al fine di individuare nuovi e più pratici modelli di partecipazione al mercato del lavoro attraverso la rimodulazione degli orari di lavoro e l'estensione dei congedi parentali. Anche il mondo dell'impresa va ulteriormente sollecitato attraverso misure fiscali che agevolino la nascita di servizi aziendali per la famiglia nell'ottica di una maggiore diffusione della "responsabilità sociale d'impresa". A ciò vanno aggiunte nuove politiche dei servizi per l'infanzia, gli anziani e i portatori di handicap in grado di sostenere il lavoro di cura svolto dalle famiglie.
e. Sostegno all'associazionismo familiare. Possibilità di estendere l'applicabilità del 5 per mille alle realtà associative che sostengono le famiglie secondo un principio di sussidarietà orizzontale.
f. Garantire il diritto alla salute dei cittadini e delle famiglie, attraverso una profonda riforma dell'intero Sistema sanitario nazionale. È necessario superare l'attuale modello organizzativo delle Asl a favore di un'organizzazione funzionale, basata su presidi in rete organizzati per competenze; istituire un "Osservatorio sulla qualità della salute pubblica", con compiti di misurazione dell'efficienza del sistema pubblico e delle strutture accreditate secondo criteri condivisi con le organizzazione mediche e paramediche e le associazioni dei pazienti; attuare politiche di prevenzione basate sulla consapevolezza e l'informazione continua dei cittadini. A completamento di tale riforma, ma con una più ampia portata di carattere sociale e culturale, è indispensabile l'elaborazione di "Piano nazionale della terza età", per l'assistenza e l'inclusione sociale ai numerosi anziani del nostro Paese, con particolare riferimento ai non autosufficienti e con la creazione di strutture di assistenza e il convoilgimento del volontariato.

3. L'Italia giovane: merito e diritti contro tutte le caste. An ritiene prioritario l'impegno delle giovani generazioni, protagoniste nella costruzione dell'Italia del futuro e considera un elemento identitario della propria struttura una forte presenza di ragazze e ragazzi che fa del nostro partito una comunità militante, capace di suscitare entusiasmo e partecipazione soprattutto tra quanti, prima ancora dei programmi, considerano fondamentale una scelta ideale. Ma con i giovani e per i giovani dobbiamo fare anche battaglie concrete per garantire diritti. Ad esempio, la lotta al precariato deve essere sottratta al monopolio dell'estrema sinistra, differenziando la flessibilità, come finestra di accesso al mondo del lavoro, dal precariato, come strumento di sfruttamento, fonte di insicurezza e di frustrazione nella realizzazione delle aspettative. È insostenibile per le giovani generazioni una società che offusca l'opportunità di realizzare i propri sogni. Occorre dare voce a quei tanti che rifiutano la dimensione sessantottina del "tutto e subito" e chiedono gli strumenti per potersi misurare sul terreno della meritocrazia. I giovani di oggi si trovano schiacciati su due fronti nella propria realizzazione: da un lato dai privilegi e dalle tutele selettive di alcune caste, dall'altro dalla difficoltà di pianificare il proprio futuro per una insostenibile precarietà di vita. Diventano urgenti, quindi, alcuni provvedimenti per favorire il merito e il diritto al futuro delle nuove generazioni:
a. Una legge quadro in difesa dei non garantiti. Vogliamo sostenere una legge quadro capace di sintetizzare le numerose proposte messe a punto nel corso degli anni per sostenere i giovani in tema di lavoro, casa, accesso al credito e tutele sociali. Si tratta di incrociare tutele sociali con maggiore flessibilità del lavoro. Dal fondo di garanzia per l'accesso al mutuo sulla prima casa al tema della casa a riscatto, dal prestito d'onore a fini formativi agli ammortizzatori sociali per i giovani precari, passando per una vera regolamentazione degli stage di formazione e per le politiche di sostegno alle giovani famiglie, un pacchetto di interventi sul quale coinvolgere i giovani nella raccolta di firme per una legge di iniziativa popolare. Una grande battaglia sul futuro dell'Italia che deve essere una priorità per la destra.
b. Un osservatorio sui concorsi. Per difendere e garantire il merito bisogna lanciare un osservatorio sui concorsi pubblici e sui diritti degli studenti nelle scuole e nelle università. Tale osservatorio avrà anche il compito di valutare iniziative per contrastare il ricorso, ancora troppo diffuso, alla raccomandazione e per colpire qualsiasi forma di offuscamento della trasparenza nella selezione meritocratica. La pratica di agevolare amici o conoscenti nelle scelte di personale di aziende pubbliche o a partecipazione pubblica deve essere combattuta con tutti gli strumenti utili, anche attraverso modifiche al codice penale.
c. Scuole e università diventino comunità. Scuola, università, attività di formazione devono premiare il merito offrendo a tutti reali possibilità di accesso e di crescita. Contestiamo la instabilità normativa causata dalle pessime controriforme del governo Prodi, che creano incertezza e confusione. Il grande obiettivo resta quello di trasformare scuole e università in campus, ovvero in luoghi aperti anche al di fuori degli orari di lezione, dove sia possibile praticare attività sportive e di formazione, dedicare spazio e tempo all'arte, creare delle vere e proprie comunità giovanili.

4. Il diritto a vivere sicuri legalità e certezza della pena. Vivere sicuri è da sempre una delle prerogative dell'uomo ma lo è ancor più oggi, perché l'intersezione globale di persone, merci, capitali, rende più temibili le minacce di chi vuole minare la pacifica convivenza. I fatti di cronaca degli ultimi tempi - e prima di tutto la composizione della popolazione carceraria - dimostrano come la non integrazione, l'ingresso indiscriminato di persone che non hanno un lavoro e mezzi per sostentarsi, causino giocoforza l'aumento esponenziale di fattispecie delittuose. Ai margini della nostra società si stanno formando moltitudini di disperati, attratti da un miraggio consumistico e da un'aspettativa di vita che non c'è. L'Italia ha lottato decenni, con immani sacrifici di servitori dello Stato, e non ha ancora debellato i fenomeni di criminalità autoctoni, sulla cui contrasto bisogna insistere. Ed ecco apparire nuove forme insidiose di criminalità. Considerare questa realtà non significa negare l'integrazione e l'accoglienza di chi responsabilmente vuole inserirsi nel tessuto produttivo e culturale del nostro Paese. Ma ciò può avvenire soltanto nell'affermazione del principio che nessuno può sottrarsi alla legge, alle regole che promanano dalla nostra secolare identità culturale e al complesso di diritti e doveri che formano la cittadinanza italiana. Diventare italiani è possibile, ma bisogna accettarne regole e doveri. Del resto nazioni ben più vaste e ricche (Australia, Stati Uniti, Canada, Nuova Zelanda), ma anche i nostri partner europei (Germania, Francia, Svezia, Spagna), si sono dotate di un complesso di norme rigorose che regolano i flussi migratori e dettano le modalità del processo d'integrazione. Più volte di fronte a gravissimi avvenimenti di cronaca è stata richiamata la necessità di garantire la «certezza della pena», oltre che la sua immediatezza. Molto spesso nei casi di criminalità organizzata, come per quella comune, la sanzione si rivela essere puramente nominale, vanificata da una serie di meccanismi che la stessa legge consente. An giudica inderogabile una modifica radicale della legislazione premiale, a partire dalla legge Gozzini, anche attraverso il ricorso allo strumento referendario. Nelle aree metropolitane, ritiene vadano instaurate corti di giustizia permanenti (in grado di funzionare 24 ore su 24), attraverso il cui operato si possa ampliare la gamma dei reati processabili per direttissima, comminando pene rapide ed efficaci. Allo stesso il diritto alla sicurezza può trovare tre immediate azioni di riscontro:
a. Referendum popolare per l'abrogazione parziale della legge Gozzini, per eliminare alcune norme che hanno prodotto effetti distorsivi con l'applicazione automatica della riduzione di un quarto di pena per i condannati. Non si tratta di cancellare totalmente la legge Gozzini, ma di modificarla nella sostanza per impedire un perdonismo generalizzato che ha prodotto conseguenze nefaste.
b. Più processi per direttissima. Nelle aree metropolitane vanno costituite corti di giustizia permanenti, in grado di funzionare 24 ore su 24, attraverso il cui operato si possa ampliare la gamma dei reati processabili per direttissima, comminando pene rapide ed efficaci.
c. Pene alternative per i reati minori. Ogni giorno le città sono danneggiate da una lunga serie di piccoli reati. Chi sporca, danneggia, si comporta con prepotenza confida nella più che probabile impunità. Per questi casi occorrono sanzioni immediate, consistenti soprattutto in punizioni alternative al carcere. In particolare, prestazioni di pubblica utilità, come ripulire parchi, lavare autobus, attività di manutenzione urbana. La tolleranza zero comincia da qui e dalla concreta sensazione che anche i tanti abusi quotidiani possano trovare una immediata e pubblica punizione.
d. Più risorse per le forze dell'ordine e il controllo del territorio. Il governo Prodi con le leggi finanziarie del 2007 e del 2008 ha tagliato per più di 1 miliardo di euro il bilancio del Viminale, mentre con l'indulto sono stati scarcerati 25mila delinquenti non è proseguito l'impegno per moltiplicare i poliziotti e i carabinieri di quartiere, che erano stati destinati alle città italiane dal governo di centrodestra. Dai carabinieri e poliziotti di quartiere siamo passati al delinquente di quartiere con il centrosinistra. Chiediamo con una petizione popolare di ripristinare le risorse del ministero dell'Interno per garantire più presenza sul territorio, nelle grandi città ma anche nei centri minori; più stazioni dei carabinieri; più commissariati; più poliziotti e carabinieri di quartiere; mezzi tecnici e risorse organizzative adeguate; più fondi per la sicurezza per combattere il crimine.
e. Norme più severe contro l'immigrazione clandestina e contro il nomadismo incontrollato. Il centrosinistra vorrebbe abrogare la legge Fini-Bossi per sostituirla con norme permissive. E già ha causato gravi danni con interventi amministrativi di varia natura. Noi non solo difendiamo la Fini-Bossi, ma chiediamo ai cittadini sostegno per modificarla per quanto riguarda l'espulsione dei clandestini in termini ancora più severi e restrittivi e chiediamo che un adeguamento delle norme sia concordato e realizzato a livello europeo, poiché la politica di un solo Stato non è sufficiente a contrastare la clandestinità e le conseguenze nefaste sotto il profilo della sicurezza.
f. An chiede l'inserimento dell'esame di lingua italiana, oltre che il giuramento sulla Costituzione, ai fini del conseguimento della cittadinanza da parte di chi ne ha i requisiti di legge. Le politiche di integrazione devono comportare una convinta adesione a valori e norme della nostra nazione. L'Italia è di chi la ama, e quindi ne condivide l'antica e profonda identità.

5. Petizione per un'Europa rispettosa dei popoli e per il governo della globalizzazione. La politica della sicurezza va declinata al plurale, perché sicurezza non significa solo ordine pubblico. Una sociètà globale impone varie forme di sicurezza, a cominciare da quella sociale, minacciata sia dalla diminuzione del potere d'acquisto che dall'attacco alle pensioni, ai servizi sociali, sempre più essenziali in una società in cui aumenta l'età media. C'è il dovere di garantire una "sicurezza alimentare", come una di tipo ambientale. Le statistiche ufficiali indicano che ogni giorno entrano nei porti italiani, in media, diecimila container, di questi un buon 30 per cento proviene dalla Cina. Appare evidente che non potranno mai essere controllati efficacemente e che le norme che oggi sono codificate sono destinate, di fronte a queste entità, a restare inapplicate. Un partito delle sicurezze e della tutela del cittadino, in questo senso, deve svolgere una grande missione di autentico difensore civico della comunità nazionale. La critica alla globalizzazione non governata e a una integrazione troppo burocratica dell'Europa, deve tradursi in una grande petizione rivolta al Parlamento europeo, oltre che al governo italiano, in cui si chiedano degli interventi incisivi in ambito Wto contro tutti i Paesi, a cominciare dalla Cina, che nel commercio globale non rispettano il principio di reciprocità delle regole e degli impegni multilaterali. Nella stessa petizione si deve chiedere alle autorità di Bruxelles un intervento presso la Banca centrale europea per abbassare il tasso di sconto per ridurre il costo del denaro alle famiglie e alle imprese e per rendere meno forte l'euro nei confronti del dollaro. Infine, si deve aggiungere la richiesta di rivedere i parametri di Maastricht in modo da escludere da essi le spese per gli investimenti produttivi. Una petizione al Parlamento europeo è uno strumento politico estremamente semplice, ma si deve qualificare attraverso il carattere dirompente delle richieste, che non puntano a un ottuso protezionismo, ma a regolare i processi di integrazione secondo un effettivo principio di reciprocità e per la difesa degli interessi nazionali ed europei.

6. Appello per la dignità del lavoro e per la libertà di intraprendere. La sfida centrale per tornare a rendere competitivo il nostro sistema economico è quella di rendere convergenti gli interessi delle diverse forme di lavoro e del mondo delle imprese. Oggi in Italia il lavoro è frantumato in segmenti totalmente avulsi gli uni dagli altri e spesso in conflitto fra di loro. Lavoro autonomo contro lavoro dipendente, impiego pubblico contro impiego privato, lavoratori precari contro lavoratori garantiti. Un'Alleanza per l'Italia che crede nel lavoro ha il compito prioritario di riunificare questi segmenti in un unico contesto di diritti e di responsabilità. L'unità e la dignità del lavoro è la prima base per rimettere in movimento l'Italia, rifiutando ogni forma strisciante di "lotta di classe" tra le diverse forme di lavoro (che è la logica in cui si muove ancora oggi tutta la sinistra italiana) e puntando in ogni contesto di lavoro alla valorizzazione del merito e dell'impegno. Passo successivo è conciliare il mondo del lavoro con il mondo dell'impresa nella partecipazione consapevole a un destino comune. I veri nemici del lavoro e dell'impresa sono le rendite, i monopoli, i parassiti, gli incapaci al comando.
a. Sul versante fiscale bisogna costruire una proposta completa e credibile di abolizione dell'Irap, sostituendola con altre forme di tassazione non vessatoria per le piccole imprese e in grado di premiare la responsabilità sociale delle imprese.
b. Per rilanciare la lotta alla burocrazia bisogna puntare tutto sull'autocertificazione, l'azzeramento delle procedure e l'abolizione di ogni duplicazione di potere.
c. Sul versante del lavoro bisogna ricostruire una politica dei redditi, fondata sulla produttività, aumentando e detassando la parte variabile delle retribuzioni legate ai risultati di impresa, favorendo la firma dei contratti detassando tutti gli aumenti contrattuali. In questo campo va valutata attentamente la proposta del presidente Sarkozy di introdurre per legge la quattordicesima mensilità.
d. Per rendere omogenei i diritti e le responsabilità dei lavoratori precari e di quelli garantiti, degli impiegati pubblici e di quelli privati, dei dipendenti e degli autonomi, bisogna completare la riforma Biagi con un nuovo "Statuto dei lavori" che superi l'impianto fordista e classista dello Statuto del 1970.
e. Garantire la sicurezza nei luoghi di lavoro, attraverso una legge costituzionale che riunifichi le competenze nella prevenzione degli infortuni, competenze pericolosamente divise tra Stato e Regioni con la riforma del Titolo V. Si tratta di un'autentica battaglia di civiltà.
f. Infine per legare lavoro e impresa in un comune destino bisogna rilanciare in forma moderna e flessibile l'antico valore della partecipazione e della responsabilità dei lavoratori nella vita delle imprese.

7. Per il Sud: più Stato, più mercato. La legge finanziaria 2008, ha fatto calare definitivamente la maschera sull'ennesimo e clamoroso tradimento consumato alle spalle del Mezzogiorno, delle famiglie e delle imprese che vivono e operano nel Sud. Non bastava, infatti, la grave decisione del rinvio del credito d'imposta previsto per il 2008, ma anche i fondi che dovevano servire a finanziare le agevolazioni fiscali per le imprese sono stati dirottati ad altri scopi. In pratica si tratta di un colpo durissimo per il Mezzogiorno, che rischia di diventare uno scippo dalle conseguenze drammatiche per le imprese che intendono investire nelle regioni del Sud. I dati infatti parlano chiaro: ben 280 milioni di euro, inizialmente destinati al finanziamento del credito d'imposta al Sud per il 2009, sono stati dirottati su altri impieghi che nulla hanno a che fare con il Mezzogiorno. Secondo le analisi degli imprenditori, che An non può non condividere, lo sviluppo del Mezzogiorno è sempre meno al centro dell'attenzione del governo e delle forze politiche della maggioranza. In questo contesto, bisogna rilanciare una politica per il Mezzogiorno che segni il ritorno dello Stato e delle politiche economico nazionali, un orientamento strategico che individua nel Sud la nuova frontiera per lo sviluppo. I processi di allargamento della Ue ora formata da 27 Stati fanno del nostro Mezzogiorno un'area di grande rilevanza strategica nel quadro del dialogo che deve unire le sponde del Mediterraneo. Dobbiamo rivendicare questa ruolo essenziale nell'ambito comunitario. Per questo è necessario:
a. Garantire una più forte presenza del governo e dello Stato a fianco e, se necessario, al di sopra delle Regioni meridionali, partendo dalla lotta alla criminalità organizzata e dal rifinaziamento del Fondo per le aree sottoutilizzate, per arrivare alla approvazione di leggi quadro nazionali per finanziare i principali assi di sviluppo del Mezzogiorno (turismo, logistica, agroalimentare, innovazione e ricerca)
b. Integrare la petizione al Parlamento europeo indicata al punto 4. con una richiesta finalizzata a ottenere una fiscalità differenziata di vantaggio per tutte le aree in ritardo di sviluppo.
c. Correggere il decreto sul federalismo fiscale per eliminare le distorsioni che ancora oggi penalizzano le regioni meridionali.

8. Dall'ambientalismo del "non fare" alla risorsa ambiente. L'ambientalismo italiano, pur partendo da premesse sacrosante, si è sposato con il localismo più chiuso e con la totale incapacità di programmare lo sviluppo sul territorio. Questo ha prodotto la cultura del "niet" pregiudiziale e, alla prova dei fatti, danni maggiori all'ambiente che si voleva proteggere e che, invece, necessita spesso di interventi sani, rigorosi, protettivi. Le conseguenze sono un Paese chiamato alla sfida competitiva senza ferrovie, aeroporti, metropolitane, reti energetiche e reti informatiche adeguate. L'ecologia invece può e deve diventare un motore dell'economia in una visione politica capace di coniugare ambiente e crescita economica in funzione di una migliore qualità della vita dell'uomo. Il concetto di ambiente come opportunità, per le imprese e per i cittadini, deve sostituirsi a quello corrente che, in nome del rispetto dell'ambiente, sa solo porre vincoli e limiti allo sviluppo. In questo modo, a un approccio che ha fatto della contrapposizione e dell'esasperata conflittualità il suo modo di essere nelle questioni ambientali, si dovrà sostituire un approccio pragmatico, che vede nella collaborazione con il mondo economico e con i cittadini il cammino privilegiato per la ricerca delle soluzioni. Al centro di un sistema come quello delineato c'è l'uomo, con la sua capacità, con le sue conoscenze, con la sua intelligenza. La difesa dell'ambiente va perseguita, quindi, non come un bene in sé, ma per assicurare all'uomo le migliori condizioni di vita, attraverso la conservazione di quel contesto ambientale a esso necessario. Tutelare l'ambiente e realizzare lo sviluppo sostenibile significa anche dotarsi delle infrastrutture necessarie per rendere competitivo il sistema Paese, senza costringere la nostra economia a inaccettabili condizioni di vulnerabilità, mettendo a rischio il nostro modello sociale e di sviluppo. L'Italia sembra però aver staccato la spina della sua modernizzazione, con costi enormi in termini non solo di ambiente, ma anche economici. L'opposizione strenua e senza quartiere alla realizzazione di infrastrutture energetiche, ad esempio, ha un costo esorbitante: 40 miliardi di euro, pari al 3 per cento del Pil da qui al 2020. L'Italia, Paese industrializzato che fa parte del G8, non può non affrontare il problema. Il mix energetico italiano è del tutto particolare e unico nel panorama dei Paesi industrializzati. L'Italia ha fatto una scelta pericolosa, affidandosi completamente al gas, dal quale oggi dipendiamo per circa il 50 per cento della produzione elettrica, mentre dal punto di vista degli approvvigionamenti per più del 50 per cento dipendiamo da tre Paesi che non sono esenti da tensioni politiche: Russia, Algeria e Libia. Questa anomalia tutta italiana si paga non solo in costi politici, ma anche in costi economici: di fatto i prodotti dell'industria italiana divengono meno competitivi a causa degli alti costi dell'energia e le bollette elettriche dei cittadini risultano più salate del 25 per cento rispetto a quelle Ue. Allo stesso modo, l'uscita dal nucleare ci ha penalizzati: occorre prenderne atto e considerare che è arrivato il momento di ripensare questa tecnologia energetica, tenendo però presente che occorre tempo per riavviare il ciclo. Allora nell'immediato bisogna andare avanti con i rigassificatori, il carbone pulito, le energie rinnovabili, i termovalorizzatori, in attesa della realizzazione di centrali nucleari sicure di ultima generazione. Nel disegnare lo scenario energetico italiano è però necessario tener conto del Protocollo di Kyoto, che ha posto a tutti i Paesi che lo hanno sottoscritto una nuova sfida ambientale. Per l'Italia quindi, oggi deve perseguire con sempre maggiore determinazione l'integrazione tra le politiche ambientali e quelle energetiche, tenendo presente che il nostro Paese presenta attualmente la migliore performance tra i Paesi europei, in termini di efficienza energetica della struttura industriale, alla quale corrispondono i livelli più bassi di emissioni di C02 in rapporto al Pil. In questa prospettiva va conferita efficienza anche al ciclo dell'acqua e al ciclo dei rifiuti. Una politica ambientale coerente non può fare a meno poi di investire nella natura, nella sua salvaguardia e nella sua valorizzazione. Le aree protette in Italia hanno assunto una pluralità di funzioni che vanno ben oltre la semplice conservazione della natura. Esse svolgono funzioni sociali, educative, turistiche e di sviluppo delle economie locali.

9. L'Italia: un patrimonio da ri-guardare. Viviamo un tempo nel quale il pericolo dell'omologazione, del dominio del "pensiero unico" è tutt'altro che immaginario e, senza cultura di riferimento, nessuna politica che voglia avere un respiro lungo è possibile. Una politica che voglia porsi come obiettivi interventi profondi per contribuire al cambiamento della società italiana, al suo miglioramento senza velleitarismi occasionali, a renderla partecipe e protagonista dei grandi mutamenti in atto, ma preservandola, al tempo stesso, dalla tentazione della fuga, dalla sua stessa identità storica e culturale. Coltivare la memoria storica, difendere la cultura della trasparenza e della legalità, affrontare le cause del declino italiano, reagire all'egemonia del pensiero unico, alla desertificazione dell'identità, riproporre l'affermazione del "modello italiano" attraverso metodi e percorsi utili a impegnare il nostro "capitale" culturale in un progetto alto e condiviso. Per queste ragioni deve essere lanciata una serie di progetti qualificanti all'interno di una cornice di comunicazione, promozione e sensibilizzazione dell'eccezionalità del "modello Italiano". Utilizzando il termine "ri-guardo" nella duplice accezione di "avere riguardo per" e "guardare con nuovi occhi" è possibile lanciare lo slogan per una grande e articolata campagna politica sul tema "L'Italia: un patrimonio da ri-guardare". In questa prospettiva si deve:
a. Promuovere una nuova legge obiettivo per il recupero del patrimonio culturale italiano, finalizzata alla valorizzazione del paesaggio, delle città e dell'ambiente. Questa legge deve portare alla sistematica demolizione degli ecomostri esistenti su tutto il territorio nazionale, al recupero e al risanamento delle grandi aree industriali, alla ricucitura del tessuto urbano delle città devastate dall'edilizia di rapina degli anni '50, '60 e '70.
b. Istituire un meccanismo del 5 x mille per coinvolgere i cittadini nella tutela della valorizzazione del patrimonio Unisco italiano che, con i suoi 41 siti inseriti nella World heritage list, rappresenta la più grande concentrazione di cultura dell'intero pianeta.
c. Promuovere il patrimonio agroalimentare radicato nel territorio italiano, attraverso un'opera sistematica di certificazione dell'origine dei prodotti agricoli, di creazione di distretti rurali e agroalimentari di qualità e di sviluppo di una rete culturale e formativa in campo gastronomico, alimentare e nutrizionale.

10. Dal riformismo delle parole alla riforma italiana. An vuole rilanciare la sua politica riformatrice, che affonda le radici nella storia della destra italiana. L'obiettivo della destra è sempre stato il rafforzamento della democrazia diretta, dando protagonismo agli elettori che devono scegliere chi deve governare. Quanto alle riforme istituzionali, rispetto al lavoro organico portato avanti da noi nella scorsa legislatura, il tentativo attualmente in atto in Parlamento per piccole modifiche alla Costituzione va visto come un timido passo nella stessa direzione. Per questa ragione An non ha negato sin dall'inizio la propria disponibilità a verificare la fattibilità di ritocchi alla Carta al fine di migliorare il sistema. Ovviamente precisando che tale disponibilità non poteva essere confusa con il benché minimo assenso alla prosecuzione della vita del governo. Ma la nostra opzione principale resta una modifica di più ampia portata nella Carta costituzionale. An ribadisce la propria scelta di fondo a favore dei sistemi di democrazia diretta siano essi il premierato, il semipresidenzialismo alla francese o il presidenzialismo all'americana. Al riguardo l'ipotesi più volte ventilata e mai realizzata di una "assemblea costituente" appare la più idonea per offrire una reale opportunità non solo di dibattito, ma di effettiva soluzione largamente condivisa. In tale sede sarebbe oltre tutto più agevole valutare un'organica riscrittura di tutta la Carta a partire dall'articolo 116 c. fino alla riforma degli enti locali, senza tralasciare di valutare se intervenire o meno sulla stessa prima parte della Costituzione. Per quanto attiene all'aspetto della riforma federale dello Stato, da noi da sempre ritenuta utile solo in presenza di un serio rafforzamento presidenzialista della Carta, è possibile anche avanzare un'ipotesi alternativa alla semplice riproposizione del testo votato dal centrodestra nella scorsa legislatura. Va ricordato, infatti, che il testo fu poi bocciato dal referendum perché inviso alla sinistra ma anche perché, obiettivamente, non incontrò il favore di larghe aree territoriali del Paese, spaventate dalla propaganda avversaria e condizionate dalla circostanza che, nel centro-sud, anziché un vero bisogno di federalismo era ed è avvertita una necessità di maggiore presenza dello Stato. Vogliamo rilanciare la nostra tesi della fine degli anni Novanta, che prefigurava un federalismo differenziato e a velocità progressiva, relazionato alle reali risorse che le singole Regioni siano in grado di destinare allo scopo. Ci riferiamo alla possibilità di dotare progressivamente di uno statuto speciale le Regioni che siano in condizioni di richiederlo e di sostenerlo, come già a suo tempo avanzato da An sia in Lombardia che in Veneto con apposite proposte di legge in sede regionale. Al Sud occorrerà insistere su fiscalità di vantaggio e sui temi trattati a Napoli nello scorso dicembre al convegno "Più Stato, più mercato". Va da sé, infine, che nel quadro di una seria riforma delle nostre istituzioni non debba essere trascurato il tema de "il costo e della trasparenza della politica" che va sempre rapportato, senza sottovalutazioni o demagogie, al grado di effettiva efficienza e capacità di risposta degli organi dello Stato. Sin d'ora è però possibile pretendere dal Parlamento risposte chiare e puntuali. In quest'ottica, le proposte di campagne da portare avanti riguardano:
a. Petizione popolare per l'elezione diretta del premier "sindaco degli italiani".
b. Proposta di legge di iniziativa popolare nelle Regioni interessate all'ottenimento di uno statuto di speciale autonomia. La proposta è opportuna in alcune aree del Nord ma, in ipotesi, anche nel Sud, ad esempio in Puglia da sempre interessata a questo tema.
c. Proposta di legge di iniziativa popolare "costi e trasparenza della politica".

L'appello di An. L'appello che An lancia alla società italiana per un progetto di rinascita della nazione e per un nuovo protagonismo economico e sociale, riguarda ovviamente non solo i cittadini ma anche le forze politiche, le parti sociali, le associazioni. Vogliamo avviare un confronto per costruire un nuovo centrodestra capace di allargare i suoi consensi e in grado di rappresentare una seria e credibile garanzia per chi crede nel futuro dell'Italia. L'unità della coalizione è un valore che va costruito con pazienza e profondità, coinvolgendo tutti coloro, e sono la maggioranza, che hanno valori e programmi alternativi al fallimento delle sinistre. Noi siamo pronti a fare la nostra parte.