venerdì 31 ottobre 2008

SCHEDA INFORMATIVA SUL DECRETO GELMINI








SCHEDA INFORMATIVA SUL DECRETO GELMINI


VERSO UNA SCUOLA RINNOVATA E COMPETITIVA

La Riforma scolastica indetta dal Ministro dell’Istruzione, On. Mariastella Gelmini, ha come obiettivo il rinnovamento di un sistema di formazione che, nel suo complesso, non è più in grado di rispondere alle esigenze formative dei giovani di una Nazione competitiva come l’Italia. Il continuo investimento di risorse non bilancia la qualità della nostra scuola che rasenta i livelli più bassi della media europea. Oggi il nostro Paese ha bisogno di una politica lungimirante ed attenta al futuro che sappia diffondere un sapere attingibile a tutti, senza il rischio di incorrere nel tragico errore di formare generazioni di studenti titolati ma con un grado di conoscenza civile e culturale sempre più teso ad un drammatico omologamento verso il basso.


DATI STATISTICI ALLA MANO

Livello di preparazione e raggiungimento dei titoli di studio

  • 17% dei Laureati tra i 25 e i 34 anni di età contro una media del 33% dei 25 paesi più industrializzati. L’Italia si colloca al di sotto di paesi in via di sviluppo come Cile e Messico.*

  • 15% in meno di diplomati rispetto alla Grecia e 5% in meno rispetto alla Slovenia*

  • I giovani di 15/16 anni hanno il più basso livello di preparazione in tutta Europa in materie scientifiche e lingue straniere.*


Spese per la Scuola

  • Il 3,5 % del PIL del nostro Paese è investito in Spese per la Scuola, all’incirca in media con Francia e Germania, nonostante ciò l’Italia è agli ultimi posti per qualità.*


Spese studenti pro capite

  • 5.710,00 €: 1000,00 € in più di Germania e Gran Bretagna e 500,00 € in più della Francia, contro i 4623,00 € della media dei paesi europei.*

Stipendi annui degli insegnanti

  • 30.000,00 € pro capite contro i 50.000,00 € di paesi quali la Germania e, più in generale, contro i 38.000,00 € della media europea.*


In Italia ci sono troppi insegnanti e mal pagati, ciò è dovuto al minor numero di ore di lavoro effettuate e al rapporto numerico insegnante-studenti

  • Gli insegnanti italiani lavorano 735 ore contro le 812 della media europea.*

  • Rapporto insegnante-studenti pari a 1 ogni 9, contro la media europea di 1 ogni 12-14.*


È utile ricordare che negli ultimi 10 anni la spesa per l’Istruzione, di cui il 97% è investito in stipendi per il personale scolastico contro l’81% dei paesi europei, si è innalzata del 30% (ca. 10 miliardi) senza condurre ad alcun miglioramento.

In Italia si investe soltanto il 3% contro una media europea del 20, in strutture scolastiche e formazione.


Dati OCSE, Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico, nel rapporto annuale sull’istruzione.


RIFORMA GELMINI - decreto-legge n. 137, 1 settembre 2008


1. REINTRODUZIONE DEL MAESTRO UNICO E TEMPO PIENO (art. 4)

Il provvedimento è essenzialmente dettato da un’esigenza pedagogica: il maestro verrà reinvestito di quel ruolo di guida e punto di riferimento che gli è proprio. Sarà cosi possibile contravvenire all’anomalia tutta italiana dell’insegnamento spezzato in moduli alle elementari. Il tempo pieno non verrà intaccato, altresì, attraverso la redistribuzione delle risorse, le famiglie avranno la possibilità di scegliere l’orario a loro più confacente tra le 24, 27, 30 ore settimanali o il tempo pieno.

2. DISCIPLINA DI “CITTADINANZA E COSTITUZIONE” E VOTO DI CONDOTTA (art. 1-2)

La scuola deve assolvere prima di tutto al suo compito educativo ad ampio spettro. È necessario che gli italiani abbiano una “religione civile” in cui riconoscersi, base del vivere sociale, del rispetto della Legge e delle regole. A complemento di ciò il giovane deve venire educato, e quindi valutato, anche nella sua condotta morale e civile: obiettivo raggiungibile con il ripristino del voto in condotta.

3. VALUTAZIONE ESPRESSA IN DECIMI (art. 5)

In un’ottica di semplificazione la votazione con giudizio numerico dall’1 al 10 permetterà all’insegnante di fornire un metodo di comunicazione preciso e funzionale, esente da interminabili giri di parole, ed immediatamente comprensibile dall’alunno e dal genitore.

4. LIBRI DI TESTO O FENOMENO DEL “CARO LIBRO” (art. 5)

Il dirigente scolastico dovrà verificare che il corpo docente adotti libri presso Case Editrici che si impegnino a mantenerne invariato il contenuto per un quinquennio e che, in caso di eventuali aggiornamenti, predispongano appendici vendibili separatamente in modo da mantenere il costo dei testi scolastici all’interno del tetto massimo di spesa stabilito dal Ministero.

5. AGGREGAZIONE AMMINISTRATIVA DEGLI ISTITUTI SCOLASTICI MINORI, ubicati in montagna o in piccole isole (Legge 133, art. 64)

Viene attuata la legge 59/98, o Legge Bassanini, sul regolamento dell’autonomia scolastica dell’allora Governo D’Alema. È necessario aggregare le “miniscuole”, alcune con meno di 50 alunni, e, soprattutto, unificare gli uffici di Presidenza in istituti con meno di 500 allievi. In questo modo l’offerta scolastica rimarrà invariata anche nelle zone più isolate ed il funzionamento amministrativo sarà garantito in rete con la predisposizione di uffici comuni sul territorio.           

L’ISTRUZIONE VISTA DA “SINISTRA”: GLI ANNI DELLE RIFORME E DEI TAGLI ALLA SCUOLA

1998 – Governo D’Alema

Nel 1998 l’allora Presidente del Consiglio Massimo D’Alema prevedeva, al fine di tagliare inutili spese dell’Istruzione, una riduzione del personale scolastico pari al 4% in tre anni: il risultato fu un’improbabile impennata delle assunzioni pari al 6% in contro-tendenza con quella che era l’effettiva richiesta anche a rigore del calo del numero di studenti.

2007 – Governo Prodi

Lo scorso anno il Ministro dell’Istruzione in carica, On. Giuseppe Fioroni, redigendo il Libro Bianco sull’istruzione, sottolineava allarmato che:

- le ore di insegnamento alle Primarie venivano pagate almeno due volte;

- l’elevato grado di analfabetismo funzionale della popolazione adulta;

- l’anomalia del rapporto studenti-insegnanti rispetto alla media OCSE.

In conseguenza, procedeva, senza che sostanzialmente nessuna critica venisse sollevata da parte dei Sindacati Scolastici, ad un taglio del personale scolastico pari a 20.000 unità.

La necessità di ridurre le spese relative all’istruzione consentendo una migliore redistribuzione delle risorse professionali non è perciò una novità, la novità semmai è mettere in pratica ciò che si annuncia. La riforma Gelmini prevede nei prossimi 3 anni un passaggio da 1 milione e 300mila unità, ora impiegate nelle scuola pubblica, ad 1 milione e 200mila in modo da sopperire comunque alla richiesta formativa, corrispondere retribuzioni adeguate agli standard europei e riservare parte delle spese a favore di investimenti.


UNA RIFORMA PREMIANTE (art. 64 Legge 133)

L’ultimo mito da sfatare è il tema dei famigerati tagli di finanziamenti all’Istruzione. I dati pubblicati alla voce “Istruzione scolastica” relativi al “Bilancio e Finanziaria 2009” prevedono, per l’anno 2009, addirittura un incremento delle risorse finanziarie stanziate.           

Bilancio 2008 – Governo Prodi

Assestamento 2008 – Governo Berlusconi

Previsione 2009 – Governo Berlusconi

41.463,4 milioni di euro

43.120,0 milioni di euro

43.776,6 milioni di euro

I maggiori aumenti sono riscontrabili nell’Istruzione Primaria, + 462,00 milioni di euro, e nell’Istruzione Secondaria di II grado, + 2218,8 milioni di euro.

I ridimensionamenti previsti per il triennio 2009-2011, inoltre, permetteranno di premiare coloro che, tra i docenti, più si sono distinti: sarà stanziato infatti un bonus annuale di gratifica dell’entità di un minimo di 5.000,00 € ad un massimo di 7.000,00 € già a partire dal 2010.


Il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano nel discorso di apertura dell’anno scolastico 2008-2009 ha affermato che “occorre un contenimento della spesa per la scuola, nessuna parte sociale o politica può sfuggire a questo imperativo […] Per avere un’Italia migliore abbiamo bisogno di una scuola migliore. Non sono sostenibili posizioni di pura difesa dell’esistente”.


Lo stesso Walter Veltroni, leader del PD ha affermato in una recente intervista radiofonica che “il sistema scolastico italiano fa acqua da tutte le parti”.


A conclusione, risulta ingiustificabile il sollevamento popolare di questi giorni frutto di una campagna di disinformazione divulgata in malafede dall’opposizione.


 






Contro l'occupazione di luoghi pubblici


Firmate la petizione.



mercoledì 29 ottobre 2008

"La lettera: «I bambini non siano "usati" contro la Gelmini»"

Localport notizie: "La lettera: «I bambini non siano "usati" contro la Gelmini»": "La lettera: «I bambini non siano 'usati' contro la Gelmini»"

Bambini usati ? Ma vaaa!

Semplice illusione ottica. E in che ottica? Trattasi di attività didattiche rivolte alla presa di coscienza civica con l'ausilio di tecniche pittoriche (o pittoresche...), con sfumature stagionali anticipando Ogni Santi o Halloween che si voglia, coadiuvate da iconologia neovignetistica sintetica, dicasi paleolitica... e cartellonistica democratica! Il concetto espresso è quello di Ghost Busters? In questo caso, manca l'aspirapolveri demagogiche.

Cogliamo l'occasione per congratulare gli "insegnanti" che si sono immersi in questa attività didattica con tanto zelo, nella speranza che il medesimo zelo sia adoperato per spiegare ad un bambino, diciamo di 4 barra 5 anni (!), cos'è un decreto legislativo, una variazione di bilancio, un barone e corte, un fannullone e magari pure in cosa consiste il lavaggio di cervello, oppure la manipolazione ad arte!

Complimenti.

Preghiamo "i naviganti" di segnalarci tutti i casi di "pedagogia democratica" in atto o nella pipeline.

Post Icònam: a pensarci bene, saranno mica i fantasmi della sinistra radicale?


venerdì 24 ottobre 2008

RESOCONTO QUAGLIARELLO - GELMINI SENATO - SCUOLA E UNIVERSITA'


Legislatura 16º - Aula - Resoconto stenografico della seduta n.
076 del 23/10/2008




SENATO DELLA REPUBBLICA
------ XVI LEGISLATURA ------



76a SEDUTA PUBBLICA



RESOCONTO



SOMMARIO E STENOGRAFICO




GIOVEDÌ 23 OTTOBRE 2008



(Antimeridiana)



_________________




Presidenza del vice presidente NANIA,



indi del vice presidente CHITI


e del presidente SCHIFANI





Seguito della discussione del disegno di legge:


(1108)
Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 1º
settembre 2008, n. 137, recante disposizioni urgenti in materia di
istruzione e università



(Approvato dalla Camera dei deputati)



PRESIDENTE. È iscritto a parlare il senatore Quagliariello. Ne
ha facoltà.


*QUAGLIARIELLO
(PdL). Signor Presidente, signori del Governo, signor
Ministro, colleghi senatori, una premessa. Al di là di come la
si pensi, è innegabile che il 13 e 14 aprile gli elettori
hanno conferito ad un leader e alla sua maggioranza un mandato
che non ha precedenti nella storia della Repubblica. Ed è
altrettanto evidente che solo un Governo sostenuto da una robusta e
coesa forza parlamentare e da una massiccia legittimazione
democratica può mettere mano con speranza di successo alle
grandi emergenze nazionali. Tra queste, l'emergenza educativa.



Se dovessi definire il concetto di emergenza educativa direi che esso
consiste nel fatto che i paradigmi di comportamento, i valori
correnti della vita quotidiana, gli atteggiamenti diffusi verso la
cosa pubblica e gli altri consociati si trovano al di sotto degli
standard richiesti da una convivenza civile e ordinata.



Nessuno, ad esempio, mette in dubbio che nelle scuole e nelle
università possa essere manifestato il dissenso e la protesta,
ma ritenere che si possa per questo giungere a mutilare il diritto di
non manifestare, ad impedire alla maggioranza silenziosa che vuole
continuare a studiare e a seguire le lezioni di poterlo fare, è
il segno eloquente di quanto il problema sia profondo.



Nel senso comune, si è radicata la percezione che l'emergenza
educativa scaturisca dalla situazione di crisi nella quale versa il
nostro sistema scolastico. Il problema è certamente ben più
ampio: investe tutte le agenzie educative che fino a pochi decenni fa
contribuivano alla formazione del cittadino. Mettere mano alla
scuola, nondimeno, deve rappresentare il punto di attacco, l'ambito
da cui cominciare, orientandosi secondo una duplice prospettiva:
definire un nuovo orizzonte culturale e all'interno di questo
chiudere un ciclo storico per aprirne un altro.



La crisi del modello classico continentale di istruzione, infatti, ci
rimanda addirittura al XIX secolo (e oggi siamo al XXI), ad una
concezione integralista e totalizzante dell'educazione pubblica in
virtù della quale lo Stato ha preteso il monopolio dello
stile, dei principi, dei metodi, dei contenuti, persino degli spazi
dell'istruzione.



Mentre l'educazione scolastica giungeva a descrivere i suoi
irrinunciabili stilemi, quasi fossero dogmi scolpiti nelle pietre, si
affermava l'icona del maestro laico, repubblicano e quindi di
sinistra, modello di virtù pubblica e, al contempo, custode
delle tavole sacre della cittadinanza, con il compito di trasferirle
di generazione in generazione.



In questo quadro, l'Italia ha rappresentato sempre un'eccezione. Da
noi la durezza di quello scontro è rimasta sullo sfondo;
edulcorata prima, in epoca liberale, dai tentativi di trovare pertugi
attraverso i quali far passare l'integrazione delle masse cattoliche
nello Stato; poi, nel periodo fascista, dalle complesse dinamiche
della sfida sotterranea tra Stato e Chiesa su quella generazione che
il regime avrebbe voluto "integralmente fascista"; infine,
in epoca repubblicana, è rimasto come impigliato negli stampi
di un regime di separazione formale, regolato da un partito unico dei
cattolici, fattosi braccio secolare della Chiesa.



In Italia, dunque, l'idolatria statalista nell'ambito della scuola
non ha mai scalato i picchi dell'intolleranza e della illiberalità:
la parità scolastica è rimasta, nel senso comune, un
obbiettivo regressivo, ma non ha mai determinato chiusura di istituti
o divieti. Nondimeno, finito il tempo degli ammortizzatori storici,
si fa oggi tanta fatica a sbarazzarsi dei residui di quel modello,
più antiquato che antico, che poggia su un malinteso ideale di
laicità. Si fa fatica ad individuare in una libera e regolata
competizione di metodi e contenuti, piuttosto che nel riproporsi di
anacronistici monopoli, la strada dalla quale potrà transitare
nel XXI secolo un ideale di cittadinanza veramente inclusivo, non
solo a parole, senatrice Franco.



In questo orizzonte si fa ancora più fatica ad accettare
un'idea dell'educazione che parta dalla persona, dalle sue
inclinazioni e dalla loro valorizzazione, piuttosto che da un
astratto ideale di "bene pubblico". Proprio da qui
originano, ad esempio, le inaccettabili strumentalizzazioni sulla
questione delle cosiddette "classi ponte": non importa che
un bambino di dieci anni arrivato in Italia senza conoscere la nostra
lingua possa diventare un disadattato se sbattuto improvvisamente in
una classe senza alcuna mediazione. L'importante per voi è
gridare al razzismo. (Applausi dal Gruppo PdL. Commenti dal Gruppo
PD).



Forse quest'assenza di classicità ci ha anche privato di un
parametro che possa aiutarci a considerare tutta la nefandezza
dell'ultimo ciclo storico inauguratosi col Sessantotto. Una stagione
dura a morire, che ha progressivamente svuotato il principio di
autorità: nel rapporto tra docenti e alunni, tra docenti e
dirigenti scolastici, tra personale docente e personale non docente,
tra l'istituzione scuola e l'istituzione famiglia. Lungo la stessa
direttrice, propagandando un egualitarismo falso, quella generazione
ha eroso il principio della meritocrazia, ponendolo come bersaglio di
una propaganda critica tanto falsa quanto rovinosa.



Questa stessa deriva, da ultimo, sta provocando un nuovo classismo.
Lo scadimento dell'offerta formativa, infatti, mette solo i più
facoltosi nella possibilità di accedere a costose strutture
d'eccellenza, che con il vostro atteggiamento state alimentando,
spesso fuori dai confini della Nazione. (Applausi dal Gruppo PdL.
Commenti dal Gruppo PD)
. Del resto, non è la prima volta
che i giovani, strumentalizzati da falsi maestri, si mobilitano
contro il loro futuro. (Applausi dal Gruppo PdL. Commenti dal
Gruppo PD).
È curioso, ad esempio, che i nostri studenti
universitari protestino in questi giorni contro la riforma Gelmini,
quando il Ministro, almeno finora, sull'università ha soltanto
rilasciato qualche dichiarazione, e i tagli previsti dalla
finanziaria del ministro Tremonti risalgono ad oltre tre mesi fa. È
una sfasatura temporale e, consentitemi, anche culturale, quanto meno
sospetta, sulla quale faremmo bene a riflettere tutti. (Commenti
della senatrice Mariapia Garavaglia).



Nell'affrontare le grandi questioni che attengono alla politica
educativa non si può poi non tener conto della difficoltà
di governo di un universo complesso come quello scolastico, che conta
al suo interno oltre un milione di dipendenti. Pensiamo, ad esempio,
alla sindacalizzazione estrema che ha fatto sì che la scuola
fosse considerata un ammortizzatore sociale, un serbatoio di posti da
assegnare, e non una risorsa per il futuro del Paese. (Applausi
dal Gruppo
PdL).



Allo stesso tempo, il modesto livello retributivo riconosciuto alla
classe docente, anche a causa delle assunzioni di massa, ha
contribuito al progressivo logoramento della considerazione sociale
del ruolo degli insegnanti.



Va, infine, ricordato quanto sulla scuola italiana abbiano gravato i
35 anni di capovolgimento progressivo del rapporto tra scuola e
famiglia determinato dai decreti delegati del 1974, a causa dei quali
la scuola è divenuta una controparte ostile con cui
contrattare tutto, persino i voti dei figli, e non un'istituzione da
rispettare e con la quale collaborare. (Applausi dal Gruppo
PdL).



Di fronte a questo scenario, sappiamo che invertire la rotta non sarà
una passeggiata. Sarà difficile, ad esempio, metter mano alle
politiche del personale, adeguare i livelli retributivi e innalzare
gli standard qualitativi finché prevarrà
un'applicazione perversa del principio di autonomia. Sul fronte
amministrativo, invece, non possiamo e non vogliamo sottacere
l'abnorme potere di condizionamento maturato dalla burocrazia
ministeriale, in gran parte politicamente orientata, e non c'è
bisogno che specifichi da quale parte. Si tratta di un potere di
condizionamento che non di rado si è fatto potere di
interdizione.



Non è, dunque, difficile comprendere perché tanto dure
e accanite si mostrano le resistenze nei confronti dell'avvio di un
progetto di riforma. Si tratta di resistenze ideologiche; di
resistenze strutturali, dovute al fatto che nel settore educativo
come altrove, o forse più che altrove, ci si dovrà
confrontare con una sacca di precariato che le politiche scellerate
degli ultimi decenni hanno irresponsabilmente alimentato. (Applausi
dal Gruppo
PdL). Si tratta, infine, di resistenze
corporative perché nessuna delle categorie, anche per colpa di
una massiccia e durevole propaganda di disinformazione, rinuncerà
alle proprie rendite di posizione finché non riusciremo a far
comprendere a tutti, proprio a tutti, che in gioco c'è il
futuro del nostro Paese.



Fin qui il pessimismo dell'intelligenza, ma noi in quest'Aula stiamo
dando spazio all'ottimismo della volontà. È proprio
nell'ottica di questo ottimismo che sento di dover guardare al
decreto che stiamo esaminando. Il ritorno al maestro unico è
certo - non lo neghiamo - anche la risposta a una necessità
imposta dalla congiuntura economica, ma vorrei fosse chiaro che non
siamo disposti a giocare la qualità dell'educazione dei nostri
figli per motivi puramente economici. (Applausi dal Gruppo
PdL). Se abbiamo compiuto questa scelta è soprattutto
perché riteniamo che sia la scelta pedagogicamente più
seria e responsabile.



La progressiva liceizzazione che in questi anni ha contraddistinto la
pratica educativa in tutte le scuole, senza distinguere tra un
bambino e un adolescente, ha finito per danneggiare sia le scuole
primarie, sia quelle secondarie, sia gli stessi licei. Noi vogliamo
invertire la rotta.



Ci sembra che ridare ai bambini una figura di riferimento sia una
scelta importante, specialmente in considerazione dei troppi
"maestri", buoni e meno buoni, con i quali essi hanno oggi
a che fare. Noi pensiamo a insegnanti capaci davvero di "fare
segno" nella mente e nel cuore dei nostri figli e per questo
anche meritevoli di essere riconosciuti nell'incommensurabile valore
del lavoro che svolgono.



Anche la reintroduzione del voto in condotta e la sostituzione dei
giudizi con i voti vanno considerate in quest'ottica di rinnovata
dignità che vogliamo ridare al mondo della scuola.



Siamo consapevoli, ovviamente, che quanto stiamo facendo è
solo un difficile inizio, ma lo riteniamo importante. Ci stupiscono
non poco le strumentalizzazioni che si sono fatte in questi giorni
del decreto che stiamo discutendo.



Nel ribadire con forza che il tempo scuola dell'insegnante unico non
coinciderà con il tempo scuola dei nostri figli, il quale si
protrarrà anche nel pomeriggio; nel ribadire altresì
che nessun insegnante o dipendente ATA sarà licenziato, dico
che bisogna avere il coraggio di provarci, anche se la conservazione,
le resistenze al cambiamento, per quanto non più in grado di
affermare i vecchi modelli, ci sembrano a volte sufficienti a
impedire il tentativo di edificarne uno nuovo.



Bisogna trovare consapevolezza del fatto che è stato proprio
questo "blocco" ad avere trasformato il problema educativo
in un'emergenza nazionale. E, di fronte a questo scenario, occorre
porsi una domanda semplice, poiché siamo di fronte a
un'occasione storica ed abbiamo un mandato popolare ampio e
inequivoco: se non ora, quando? Ministro Gelmini, vada avanti; glielo
ripeto in quest'Aula, questa maggioranza non la lascerà sola.
(Applausi dai Gruppi PdL e LNP. Congratulazioni. Commenti dal
Gruppo PD).








PRESIDENTE. Dichiaro chiusa la discussione generale.



Ha facoltà di parlare il Ministro, onorevole Gelmini.
(Applausi dai Gruppi PdL e LNP).



GELMINI,
ministro dell'istruzione, università e ricerca. Signor
Presidente, onorevoli senatori... (Vivi, prolungati applausi dai
Gruppi PdL e LNP. Commenti dal Gruppo PD)
.



GELMINI, ministro dell'istruzione, università e ricerca.
Signor Presidente, onorevoli senatori, sono passati pochi mesi da
quando, intervenendo davanti alla 7a Commissione (colgo
l'occasione per ringraziare tutti i suoi componenti e, in modo
particolare, il presidente Possa e la relatrice di Commissione, la
senatrice Poli Bortone), mentre illustravo le linee di indirizzo del
mio mandato, elencai alcuni dati sullo stato dell'istruzione e
un'agenda di problemi a cui dare urgentemente risposta.



Se un piccolo, piccolissimo titolo di merito ritengo di avere finora
acquisito, è di avere tolto quei dati dalle medie e dalla
episodicità con la quale, sino a pochi mesi fa, passavano
sotto gli occhi distratti dei cittadini e di averne fatto patrimonio
comune a larga parte della pubblica opinione.



GIARETTA (PD). C'è un libro bianco sulla riforma della
scuola! (Commenti dal Gruppo PdL).



GELMINI, ministro dell'istruzione, università e ricerca.
È lo spirito con cui, in altri Paesi europei, quegli stessi
dati sono stati letti e soprattutto affrontati. Lo stesso spirito con
cui, in Gran Bretagna, Tony Blair decise di mettere al centro della
propria azione di Governo un profondo rivolgimento del sistema di
istruzione britannico.



GARAVAGLIA Mariapia (PD). Con altri soldi!



GELMINI, ministro dell'istruzione, università e ricerca.
Vorrei ringraziare i molti senatori che hanno ricordato quei dati e
quell'agenda. Ringrazio altresì tutti i contributi che sono
pervenuti al dibattito circa ulteriori elementi di verità e
circa la descrizione del piano inclinato che dal 1990 ha visto
scivolare la nostra scuola. Quei dati, ricordati da molti senatori,
non rappresentano un'arida elencazione, ma disegnano il panorama che
mi sono trovata di fronte, che mi ha fatto dire allora, e mi fa
ripetere oggi, che è ora di cambiare, è l'ora di
introdurre nella scuola quei mutamenti indispensabili innanzitutto
per i nostri giovani e dunque per il futuro del Paese.



Quando mi chiedono quale sia la mia visione pedagogica, ebbene, la
riassumo nel riferimento a una scuola che abbia al centro lo
studente, la sua preparazione, il suo futuro e le opportunità
che il sistema di istruzione gli deve aprire. Tutto quanto non sia
indirizzato a questo risultato, all'affermazione della funziona
educativa e formativa della scuola è qualcosa di estraneo al
ruolo che l'istruzione deve assolvere.



Nessuno tra gli onorevoli senatori, all'epoca della mia audizione,
contestò quei dati e quell'agenda di problemi, che del resto
stavano scritti nel libro bianco sulla scuola promosso dai ministri
Fioroni e Padoa-Schioppa. (Applausi dal Gruppo PdL).



All'epoca mi ero illusa che una comune presa d'atto della situazione
e di problemi non più rinviabili potesse creare un terreno
comune di confronto e non di scontro, ma si trattava per l'appunto di
un'illusione perché si è tentato di espellere quei dati
e quei problemi dal dibattito pubblico e dal dibattito politico e
perché ai contenuti stessi del decreto e alla sua realtà
si è sovrapposto un decreto virtuale, falsificato, contro cui
si è scatenata una protesta in molti casi priva di fondamento.
Ben più delle proteste mi preoccupano le falsificazioni che
sono state messe alla base di queste proteste. (Commenti dal
Gruppo PD)
.



SBARBATI (PD). C'è un testo, quali falsificazioni!



LUSI (PD). Abbia rispetto, Ministro; abbia rispetto!



GELMINI, ministro dell'istruzione, università e ricerca.
Voglio citare testualmente un passaggio dell'intervento in
discussione generale della senatrice Adamo. «Mi permetto un
piccolo richiamo alla moralità politica, che non corrisponde
al non rubare o ad avere dei buoni comportamenti etici: queste sono
tutte cose prepolitiche», diceva giustamente la senatrice. Poi
proseguiva: «Che cosa caratterizza, da un punto di vista etico,
la deontologia di chi fa politica? Il rispetto della verità,
il non dire bugie ai cittadini: questo è lo specifico della
deontologia di chi fa politica.», e io condivido quelle parole.
(Applausi dal Gruppo PdL). È una verità che
sottoscrivo, ma che vorrei fosse seguita con lo stesso zelo con cui
viene pronunciata.



Invece, nelle stesse ore in cui si teneva il dibattito alla Camera,
l'onorevole Veltroni al Teatro Capranica radunava la sinistra
scegliendo di fare della scuola il terreno privilegiato dello
scontro, quasi pregustando nuovi autunni caldi.



GARRAFFA (PD). Non è una conferenza stampa, questa!



PRESIDENTE. La prego, senatore Garraffa.



GELMINI, ministro dell'istruzione, università e ricerca.
Nelle stesse ore il presidente Napolitano, nella sua saggezza - che
deve essere di aiuto e punto di riferimento per tutti, a partire
dalla sottoscritta, in questi momenti - ricordava che per avere
un'Italia migliore abbiamo bisogno di una scuola migliore e auspicava
da parte di tutti - così come ha ripetuto ieri in una lettera
agli studenti - la creazione di spazi per un ampio confronto.



Come Ministro sento il dovere di raccogliere l'invito del presidente
Napolitano e di dare l'esempio. Convocherò nuovamente, già
da domani e una per una, tutte le associazioni degli studenti, degli
insegnanti e dei genitori, con la volontà di creare le
condizioni di un confronto pacato, costruttivo e sereno, ma a due
condizioni: che si discuta sui fatti e sui contenuti del
provvedimento e non sulla falsificazione della realtà e che la
maggioranza parlamentare possa decidere secondo le regole
costituzionali. (Applausi dai Gruppi PdL e LNP).



Ma torniamo a quanto sta accadendo in quest'Aula. Il Senato della
Repubblica sta avendo ampio spazio per dibattere e mi sarei aspettata
che dai senatori dell'opposizione arrivassero quei contributi e
quelle proposte che, a loro dire, sarebbero stati silenziati dal
ricorso al voto di fiducia alla Camera dei deputati. Così non
è stato.



SBARBATI (PD). Ma se non ha neanche ascoltato, era sempre
fuori a chiacchierare!



GELMINI, ministro dell'istruzione, università e ricerca.
Al Libro bianco sulla scuola, scritto sotto l'egida dei ministri
Fioroni e Padoa-Schioppa... (Commenti dal Gruppo PD).



PRESIDENTE.
Colleghi, lasciamo realizzare al Ministro il proprio intervento. Ha
il diritto di parlare senza essere interrotta. Avete chiesto prima
dell'inizio di questa discussione la presenza del Ministro, che
puntualmente sta seguendo i lavori dall'inizio dell'esame del
provvedimento. Poi avrete modo di intervenire durante la discussione
degli emendamenti, come già avete avuto modo di fare
ampiamente in sede di discussione generale. Credo che ciò sia
stato consentito, per cui vi prego di rispettare le regole anche nei
confronti del Governo. (Applausi dai Gruppi PdL e LNP. Commenti
delle senatrici Pinotti e Incostante)
.



GELMINI,
ministro dell'istruzione, università e ricerca.
...Libro bianco che invito i colleghi dell'opposizione a leggere
senza limitarsi a citarne il titolo, si è sostituita in Senato
una pagina bianca volta alla mera difesa di un insostenibile status
quo
, classista nella sua più intima essenza, e fuori dal
Senato una campagna terroristica che ha diffuso false informazioni
tra le famiglie... (Applausi dal Gruppo PdL. Commenti dal Gruppo
PD).
...destinate a svaporare quando il tempo ne farà
giustizia, ma che avvelenano il clima con l'obiettivo di bloccare la
riforma e di alimentare la piazza, creando un clima di allarmismo
totalmente ingiustificato.



È stato detto, e non è vero, che diminuiremo gli
insegnanti di sostegno. È stato detto, e non è vero,
che licenzieremo 87.000 insegnanti. È stato detto, e non è
vero, che diminuiranno le classi a tempo pieno. Un'opportunità
che invece, da Ministro, intendo incentivare. (Proteste dal Gruppo
PD).
È stato detto, e non è vero, che chiederemo le
scuole delle piccole isole e quelle di montagna, atto che il Ministro
non potrebbe mai sognarsi di compiere. (Commenti dal Gruppo PD).



GARRAFFA (PD). Legga bene il decreto!



PRESIDENTE. Senatore Garraffa, è la seconda volta che la
richiamo.



GELMINI, ministro dell'istruzione, università e ricerca.
Vedete, non mi scandalizzano le proteste di questi giorni; mi
scandalizzano le basi su cui la protesta si fonda, le false
informazioni e una versione inesistente del decreto-legge. Basta
osservare alcune interviste sui giornali, ascoltare i telegiornali
oppure, se si mettono in dubbio queste fonti, è sufficiente
uno sguardo ai video autoprodotti su YouTube o ai blog
per avere l'immagine di un quadro desolante. Quando il 32 per cento
dei ragazzi risponde che attraverso il decreto si taglieranno gli
stipendi agli insegnanti mentre accadrà esattamente il
contrario; quando l'11 per cento sostiene che aumenteranno le ore di
lezione, che non è vero; quando per il 43 per cento l'invito a
tornare al grembiule è classista e poi quegli stessi studenti
rispondono che in passato era stato adottato per non discriminare;
quando il 70 per cento di quei ragazzi sostiene che il decreto ha
abolito o ridotto le ore di educazione civica, io dico che non ci
siamo e invito quei ragazzi a guardare la realtà. Ho rispetto
di chi la pensa diversamente, ho rispetto delle proteste, ma delle
proteste a ragion veduta. E dico a quei ragazzi: contestate pure gli
interventi se non vi piacciono, protestate sul decreto ma non su un
provvedimento immaginario. (Commenti dal Gruppo PD). Avanzate
proposte, contributi, ma non accettate...



GARRAFFA (PD). Presidente, il Ministro non ha letto il
decreto!



PRESIDENTE.
Senatore Garraffa, la invito all'ordine per la seconda volta.
(Proteste dai banchi della maggioranza). Senatori, lasciate
intervenire il Ministro. Ho perfettamente chiara la situazione.



GELMINI,
ministro dell'istruzione, università e ricerca.
Avanzate proposte, contributi, ma non accettate di relegare il
dibattito solo ad una sterile difesa dello status quo quando
il Paese ha un bisogno estremo di cambiamento e di riforme.



Membri autorevoli di questo Senato potrebbero ricordare in maniera
più compiuta di quanto io possa fare i danni arrecati al
sistema produttivo del Paese dagli autunni caldi. Non vorrei - e
lancio in tal senso un appello - che la scuola venisse interpretata
come una nuova fabbrica e gli insegnanti come una nuova classe
operaia da rendere sempre più povera, affinché non
perda la voglia di fare la rivoluzione. (Applausi dal Gruppo PdL).
Vogliamo ridare - e questo sarà il mio obiettivo sino al
termine del mio mandato - agli insegnanti la dignità
professionale ed economica che non può essere disgiunta da chi
si assume un ruolo fondamentale per il presente e per il futuro del
Paese.



Avrò, onorevoli senatori, la tenacia della goccia che scava la
pietra, la tenacia della goccia della realtà e della
ragionevolezza (Applausi dai Gruppi PdL e LNP) che
scava la pietra della demagogia e della disinformazione. Una pietra
con cui non si tenta di ostacolare il ministro Gelmini - il che
conterebbe molto poco - ma un futuro per il quale le brutte
classifiche internazionali siano un ricordo lontano, soprattutto
affinché si possa combattere e lavorare alacremente - ripeto -
per costruire un futuro migliore per i nostri giovani.



Mi confortano in ciò alcuni interventi da parte di esponenti
politici e di intellettuali del centrosinistra i quali hanno
mantenuto ferma la bussola della ragionevolezza, hanno non solo,
almeno in parte, approvato la sostanza del decreto-legge ma, cosa che
per me e per il Parlamento più dovrebbe contare, hanno
invitato l'opposizione ad accettare la sfida dei contenuti. Mi
riferisco a Claudia Mancina, a Luigi Berlinguer, a Franco Bassanini,
(Applausi dal Gruppo PdL), al professor Luca Ricolfi, il quale
ha magistralmente elencato su «La Stampa» tutto quanto
viene agitato nelle piazze e che nel decreto non c'è.



Si è parlato impropriamente di «riforma Gelmini»,
ingigantendo la portata di norme dettate dal buonsenso che
rappresentano, invece, una manutenzione del sistema scolastico e i
primi appunti di un cambiamento che, per essere efficace ed ottenere
negli anni il risultato che il Paese si augura, dovrà essere
ben più esteso e fondato sui pilastri dell'autonomia
scolastica e della valutazione.



Di fronte alla realtà dell'emergenza educativa ho voluto
iniziare a dare segnali che comincino ad invertire il senso di
marcia, segnali al Paese di consapevolezza, di attenzione immediata,
segnali che non resteranno isolati. Chiedo alla scuola un'opera seria
di alfabetizzazione civile e a questo fine corrisponde l'introduzione
della materia «Cittadinanza e Costituzione» alla cui
elaborazione tanto sta dando un uomo della sinistra riformatrice
quale Luciano Corradini che mi onoro di avere tra i miei
collaboratori su questo tema (Applausi dal Gruppo PdL).



Ma a questo fine corrisponde anche la possibilità di
esercitare maggior rigore attraverso l'introduzione del voto in
condotta affinché le immagini devastanti di insegnanti
impotenti messi alla berlina diventino un ricordo. Ad ognuna di
queste immagini, ad ognuno di questi video, di questi episodi ha
fatto seguito nel passato un approfondito e pensoso dibattito e le
immagini hanno poi continuato imperterrite a scorrere. Abbiamo, ho
preferito agire. Spero che quegli insegnanti umiliati possano
essermene grati.



Chiedo anche alla scuola trasparenza e semplicità, quella
trasparenza e semplicità insite nel ritorno ai voti. Offro
alla scuola certezza del diritto e dei diritti senza ipocrisie. Come
sapete, in attesa della revisione dei meccanismi di reclutamento, ho
deciso di bloccare le scuole di specializzazione per l'insegnamento
secondario, le cosiddette SSIS, trasformate in una sorta di costosa
fabbrica di illusioni per migliaia di giovani. Ebbene, abbiamo deciso
di non far pagare a questi giovani gli errori del precedente Governo
che con la mano di Fioroni chiudeva le graduatorie e con quella di
Mussi attivava le SSIS (Applausi dai Gruppi PdL e LNP),
indirizzando i giovani su un binario morto (Commenti dal Gruppo
PD)
. Abbiamo deciso di riaprire questo binario ma sarà
l'ultima sanatoria. È nostra intenzione dare stabilità
al reclutamento e certezza di diritto, in questo come in altri casi.



MONGIELLO (PD). Quando?



GELMINI, ministro dell'istruzione, università e ricerca.
Offro alla scuola un'inversione di rotta per passare, attraverso un
uso oculato delle risorse, dalla condizione di stipendificio e di
luogo dove scelte sciagurate hanno proletarizzato la condizione di
insegnanti (Commenti dal Gruppo PD. Applausi dai Gruppi PdL e LNP)
a luogo dove le risorse vengono risparmiate e poi investite per
premiare il merito, per iniziare a portare la retribuzione dei
docenti ad un livello decoroso.



Offro alle scuole italiane un primo passo verso un nuovo piano di
edilizia scolastica che faccia sì che non si abbiano più
a ripetere tragedie come quelle di San Giuliano. (Applausi dai
Gruppi PdL e LNP. Commenti del senatore Zanda)
. Offro alle
famiglie una risposta ulteriore alle polemiche che di anno in anno si
ripetono sul costo esorbitante dei libri di testo, dopo le risposte
contenute nella legge n. 133.



Signor Presidente, onorevoli senatori, nell'accettare l'incarico di
Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca ero
consapevole delle difficoltà che mi si sarebbero parate
innanzi e delle proteste che qualunque cosa avessi fatto mi avrebbero
inseguito. Qualcuno un giorno dovrà raccogliere l'albo di
queste proteste nelle quali nel corso degli anni si è
contestato tutto e il contrario di tutto. Le accetto dunque con
consapevole rassegnazione, ma spero non travalichino il segno. Mi si
insulti pure ma non si impedisca la libertà di altri, la
libertà di un cittadino di recarsi a lavoro in treno, la
libertà di uno studente di dissentire e di recarsi a lezione
(Applausi dai Gruppi PdL e LNP. Commenti dal Gruppo PD).



BIANCO (PD). Questo è il dialogo!



GELMINI, ministro dell'istruzione, università e ricerca.
Non ho intenzione di cominciare sempre tutto da capo; intendo invece
valorizzare il lavoro svolto dai miei predecessori indipendentemente
dalla loro appartenenza politica. Intendo recuperare tutto il
positivo e guardare avanti e vorrei che chi, come me, condivide la
responsabilità politica di rappresentare il popolo sovrano mi
aiutasse nell'indirizzare i binari del confronto lungo la via della
realtà e del cambiamento (Applausi dal Gruppo PdL), che
tutti, chi nelle parole e chi anche nei fatti, riteniamo oramai
ineludibile.



È su questo terreno che aspetto il Partito Democratico una
volta che il rito della sua piazza sarà compiuto. (Commenti
dal Gruppo PD. Applausi dai Gruppi PdL e LNP).
È su questo
terreno che, come ho sempre fatto, ascolterò studenti,
insegnanti, genitori, personale della scuola e mondo intellettuale;
un ascolto che però sarà fattivo. Non sarà un
giovane Ministro a mettere la scuola italiana nell'impossibilità
di cambiare (Commenti dal Gruppo PD) e non voglio condividere
la responsabilità di continuare a condannarla e a non
assolvere il compito di migliorarla. (Commenti della senatrice
Mongiello)
.



Sono consapevole che la sfida che ho di fronte è una sfida
difficile, impegnativa. Chi mi ha preceduto nel ruolo di Ministro e
ha cercato di cambiare la scuola non ha avuto un percorso agevole, ma
questa fatica merita di essere compiuta; la devo al Paese, ai
ragazzi, alle famiglie, agli insegnanti (Applausi dai Gruppi PdL e
LNP)
, a coloro che si aspettano e meritano una scuola migliore,
come recita la Costituzione, aperta a tutti, che distribuisca pari
opportunità. (Vivi, prolungati applausi dai Gruppi PdL e
LNP. Molte congratulazioni).





SCUOLA E UNIVERSITA' - LE BUGIE DEI SINISTRI

Carissimi,
nei giorni scorsi il ministro Gelmini ha relazionato in Senato in merito alla riforma della scuola. Nell’occasione sono state presentate delle slide molto significative che smentiscono una volta per tutte le bugie diffuse in questi giorni dalla sinistra.

Credo che poter leggere i dati anziché i manifesti possa aiutare tutti noi a comprendere meglio i valori e l’importanza di questa riforma. Per questo motivo ho pensato che potesse esservi utile leggere anche voi il documento – molto semplice e di veloce lettura - che il ministro Gelmini ha presentato all’aula.

Rimanendo a Vostra disposizione per ogni eventuale comunicazione, l’occasione mi è gradita per porgerVi i miei migliori auguri di una buona giornata

Sen Andrea Fluttero



Per visualizzare la presentazione a pieno schermo o con dimensioni maggiori, utilizzate l'icona che raffigura uno schermo (accanto al numeratore di diapositive).

mercoledì 22 ottobre 2008

Romito: la CGIL fattura quanto una multinazionale., un miliardo di euro all'anno

E' questa la stima sul volume d' affari del sindacato guidato da Epifani fra tesseramento, Caf, patronati e formazioni varie.

Fornire servizi allo Stato a carico del contribuente rende quanto una multinazionale.

Elenchiamo qualche numero:
1 miliardo di euro il bilancio stimato
643 mila euro l' attivo di bilancio del 2008
560 mila euro il passivo del 2007
400 milioni la raccolta col tesseramento
38 milioni l' incasso stimato delle Caaf
80 milioni l' incasso dei patronati Inca
1.134 dipendenti distaccati Cgil
330 mila le giornate lavorative sottratte al lavoro delle aziende
32 milioni di euro il costo stimato annuo dei distacchi sindacali Cgil

Complimenti! grande capacità imprenditoriale, ma
ai lavoratori chi ci pensa?
Non si stupisca la sinistra se ha perso tanti
consensi a favore del centrodestra.
Una riflessione a sinistra risulta necessaria, ma
credo che una riflessione da parte di tanti cittadini
per bene sia doverosa.
Alla prossima puntata

lunedì 6 ottobre 2008

Romito: Legge Gelmini, facciamo chiarezza

Si tratta di un provvedimento finalizzato a rilanciare qualitativamente la scuola e l' università italiane, caratterizzate da tempo da una profonda crisi di qualità.
Dopo il lassismo della sinistra, ritengo necessario ed improcrastinabile un segnale forte e chiaro per un cambiamento reale della nostra scuola.
Infatti, l' OCSE nel suo rapporto annuale sull' istruzione ha relegato l' Italia in una posizione arretrata rispetto agli altri Paesi europei, poichè la qualità della formazione, impartita nelle scuole di ogni ordine e grado, risulta drammaticamente inferiore a quella che si rileva nei maggiori paesi industrializzati dell' occidente.
Da qui la necessità di attuare delle riforme, con urgenza e senza tentennamenti, per riportare la scuola e le università del nostro Paese agli standards europei.
Di rilievo ritengo siano le principali innovazioni introdotte con il decreto legge in esame in Parlamento, e vado ad elencarle:
-- l' introduzione nelle scuole dell' insegnamento dell' Educazione alla Cittadinanza, strumento indispensabile non solo per la formazione dei cittadini, ma che segna anche il ritorno ad una scuola che educhi e che contribuisca a formare le coscienze di tanti giovani, una scuola che possa tornare ad essere portatrice di quei valori che sono alla base del vivere civile e democratico; al fine di promuovere la conoscenza del pluralismo istitizionale, è previsto inoltre lo STUDIO DEGLI STATUTI REGIONALI;
-- viene poi ripristinato il voto in condotta ( abolito nel 1988 dall' ex ministro Luigi Berlinguer ), che vuole concorrere, unitamente ad altre iniziative, ad arginare il fenomeno preoccupante del bullismo e a rendere equilibrato il rapporto nell' ambito della valutazione complessiva degli studenti. Tale scelta ritengo sia finalizzata, tra l' altro, ad insegnanti-alunni, rapporto che deve essere improntato sul rispetto e sulla buona educazione;
-- inoltre viene ripristinato il voto numerico che, affiancandosi al giudizio, contribuisce a rendere più chiara e diretta la valutazione degli studenti che, in tal modo, diventano maggiormente consapevoli delle proprie capacità e delle proprie eventuali lacune culturali;
-- è previsto poi per le scuole primarie, il ritorno al maestro unico ( come era previsto per le scuole elementari fino al 1990 ), con il chiaro intento pedagogico di fornire ai piccoli allievi un' unica figura di riferimento in una fase importante della crescita e dell' apprendimento;
-- contrariamente a quanto afferma la sinistra, è previsto un aumento del tempo pieno pari al 50%, per cui vi sarà più offerta per le famiglie. Dunque, con il passaggio delle classi con più insegnanti a classi con il maestro unico si potranno gradualmente creare 16/17 mila nuove classi a tempo pieno, con un incremento del 50% rispetto alle 34 mila attuali;
-- con l' obiettivo di combattere il caro-libri e quindi di contenere i gravosi costi che le famiglie devono sostenere per garantire l' istruzione dei propri figli, è previsto che vengano scelti libri di testo di cui l' editore garantisce di mantenere invariato il contenuto per cinque anni, con la possibilità di fornire gli aggiornamenti eventualmente necessari disponibili separatamente. Verrà attribuito al dirigente scolastico l' obbligo di vigilare affinchè le scelte dei libri scolastici avvengano così come ha previsto la legge.

Io mi esprimo naturalmente in senso positivo sul provvedimento in oggetto, in quanto lo stesso porta avanti un progetto di crescita della scuola italiana teso ad elevarne gli standard qualitativi.

Non riesco a comprendere come da sinistra, tra l' altro, si continui ad agitare lo spettro dell' eliminazione del tempo pieno e del taglio delle risorse finanziarie oltrechè della diminuizione degli insegnanti con conseguente diminuzione di posti di lavoro. Forse non hanno letto bene il decreto legge in esame o forse hanno ancora una volta intenzione di usare la disinformazione sistematica per aizzare ed agitare pretestuosamente insegnanti e cittadini meno attenti. La solita azione della sinistra che attraverso i sindacati di categoria tende a scatenare la rissa contro i provvedimenti del governo in carica legittimato dal voto della maggioranza degli italiani.
In quanto ai tagli di spesa, che al momento non sono previsti, ritengo che in futuro non siano completamente da escludere e a sostegno di quanto affermo credo sia doveroso riportare il pronunciamento del nostro Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano il quale proprio nei giorni scorsi ha pubblicamente avuto occasione di richiamare tutti quanti.
Il Presidente Napolitano ha richiamato alla necessità " DI UN CONTENIMENTO DI SPESA PER LA SCUOLA" ed ancora " IN ITALIA NESSUNA PARTE SOCIALE E POLITICA PUO' SFUGGIRE ALLA RIDUZIONE DEL DEFICIT PUBBLICO CHE COMPORTA ANCHE UN CONTENIMENTO DELLA SPESA PER LA SCUOLA" e auspica " PER IL NOSTRO SISTEMA SCOLASTICO SCELTE CORAGGIOSE DI RINNOVAMENTO " perchè " NON SONO SOSTENIBILI POSIZIONI DI PURA DIFESA DELL' ESISTENTE ".