lunedì 6 ottobre 2008

Romito: Legge Gelmini, facciamo chiarezza

Si tratta di un provvedimento finalizzato a rilanciare qualitativamente la scuola e l' università italiane, caratterizzate da tempo da una profonda crisi di qualità.
Dopo il lassismo della sinistra, ritengo necessario ed improcrastinabile un segnale forte e chiaro per un cambiamento reale della nostra scuola.
Infatti, l' OCSE nel suo rapporto annuale sull' istruzione ha relegato l' Italia in una posizione arretrata rispetto agli altri Paesi europei, poichè la qualità della formazione, impartita nelle scuole di ogni ordine e grado, risulta drammaticamente inferiore a quella che si rileva nei maggiori paesi industrializzati dell' occidente.
Da qui la necessità di attuare delle riforme, con urgenza e senza tentennamenti, per riportare la scuola e le università del nostro Paese agli standards europei.
Di rilievo ritengo siano le principali innovazioni introdotte con il decreto legge in esame in Parlamento, e vado ad elencarle:
-- l' introduzione nelle scuole dell' insegnamento dell' Educazione alla Cittadinanza, strumento indispensabile non solo per la formazione dei cittadini, ma che segna anche il ritorno ad una scuola che educhi e che contribuisca a formare le coscienze di tanti giovani, una scuola che possa tornare ad essere portatrice di quei valori che sono alla base del vivere civile e democratico; al fine di promuovere la conoscenza del pluralismo istitizionale, è previsto inoltre lo STUDIO DEGLI STATUTI REGIONALI;
-- viene poi ripristinato il voto in condotta ( abolito nel 1988 dall' ex ministro Luigi Berlinguer ), che vuole concorrere, unitamente ad altre iniziative, ad arginare il fenomeno preoccupante del bullismo e a rendere equilibrato il rapporto nell' ambito della valutazione complessiva degli studenti. Tale scelta ritengo sia finalizzata, tra l' altro, ad insegnanti-alunni, rapporto che deve essere improntato sul rispetto e sulla buona educazione;
-- inoltre viene ripristinato il voto numerico che, affiancandosi al giudizio, contribuisce a rendere più chiara e diretta la valutazione degli studenti che, in tal modo, diventano maggiormente consapevoli delle proprie capacità e delle proprie eventuali lacune culturali;
-- è previsto poi per le scuole primarie, il ritorno al maestro unico ( come era previsto per le scuole elementari fino al 1990 ), con il chiaro intento pedagogico di fornire ai piccoli allievi un' unica figura di riferimento in una fase importante della crescita e dell' apprendimento;
-- contrariamente a quanto afferma la sinistra, è previsto un aumento del tempo pieno pari al 50%, per cui vi sarà più offerta per le famiglie. Dunque, con il passaggio delle classi con più insegnanti a classi con il maestro unico si potranno gradualmente creare 16/17 mila nuove classi a tempo pieno, con un incremento del 50% rispetto alle 34 mila attuali;
-- con l' obiettivo di combattere il caro-libri e quindi di contenere i gravosi costi che le famiglie devono sostenere per garantire l' istruzione dei propri figli, è previsto che vengano scelti libri di testo di cui l' editore garantisce di mantenere invariato il contenuto per cinque anni, con la possibilità di fornire gli aggiornamenti eventualmente necessari disponibili separatamente. Verrà attribuito al dirigente scolastico l' obbligo di vigilare affinchè le scelte dei libri scolastici avvengano così come ha previsto la legge.

Io mi esprimo naturalmente in senso positivo sul provvedimento in oggetto, in quanto lo stesso porta avanti un progetto di crescita della scuola italiana teso ad elevarne gli standard qualitativi.

Non riesco a comprendere come da sinistra, tra l' altro, si continui ad agitare lo spettro dell' eliminazione del tempo pieno e del taglio delle risorse finanziarie oltrechè della diminuizione degli insegnanti con conseguente diminuzione di posti di lavoro. Forse non hanno letto bene il decreto legge in esame o forse hanno ancora una volta intenzione di usare la disinformazione sistematica per aizzare ed agitare pretestuosamente insegnanti e cittadini meno attenti. La solita azione della sinistra che attraverso i sindacati di categoria tende a scatenare la rissa contro i provvedimenti del governo in carica legittimato dal voto della maggioranza degli italiani.
In quanto ai tagli di spesa, che al momento non sono previsti, ritengo che in futuro non siano completamente da escludere e a sostegno di quanto affermo credo sia doveroso riportare il pronunciamento del nostro Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano il quale proprio nei giorni scorsi ha pubblicamente avuto occasione di richiamare tutti quanti.
Il Presidente Napolitano ha richiamato alla necessità " DI UN CONTENIMENTO DI SPESA PER LA SCUOLA" ed ancora " IN ITALIA NESSUNA PARTE SOCIALE E POLITICA PUO' SFUGGIRE ALLA RIDUZIONE DEL DEFICIT PUBBLICO CHE COMPORTA ANCHE UN CONTENIMENTO DELLA SPESA PER LA SCUOLA" e auspica " PER IL NOSTRO SISTEMA SCOLASTICO SCELTE CORAGGIOSE DI RINNOVAMENTO " perchè " NON SONO SOSTENIBILI POSIZIONI DI PURA DIFESA DELL' ESISTENTE ".

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