martedì 15 aprile 2008

L'Italia s'è Destra

Una serata eporediese, magari non dovremo più utilizzare il termine eporeDiesse!

Per primo: abbiamo appuntamento per una serata con i candidati a Palazzo Civico. Un confronto organizzato dalla stampa locale. Peccato, manca la Sentinella... ed il suo glorioso direttore. Si vede che hanno da fare con il cambiamento di rotative!


Tutti hanno seguito strada facendo l'andamento dello scrutinio. C'è tanta voglia di brindare. Abbiamo vinto? Si, però la vera notizia, il dolce languore, quella carezza vellutata, quel brivido che ci percorre la spina dorsale, insomma "l'ecstasy" (naturale) che rende l'occhio lucido e la voce rauca è una, una sola! Gli Italiani hanno messo la parola FINE a quell' aberrazione solitaria nelle democrazie occidentali: il Comunismo esce dal Parlamento! Almeno nella forma. Nella sostanza? Ci sono i nipoti e cugini.


Sotto sotto Titola l'Unità: Sinistra Arcobaleno fuori dal Parlamento


Questo è il vero risultato di queste elezioni. Non vi è stato bisogno di un decreto come in altri paesi europei. Sono gli ITALIANI ad avere detto BASTA! Un secco : OUT!


Qualche buonanima magari sotto le vesti cavalleresche del vincitore ha reso l'onore delle armi agli sconfitti. Noi? No! Siamo contenti, soddisfatti e goduti! Basta. Beceri? No. Sinceri e Piaciuti!


Il candidato locale alla carica di sindaco, il nostro affezionato Raometto, ha dichiarato quello che il "capo" ha detto in TV qualche ora prima: "Ragazzi! Una batosta!" Dobbiamo riflettere. Ecco, questo sì che è un buon inizio: riflettere. E noi diciamo... a lungo. Tutto il tempo necessario. Il tempo è oro, diventate miliardari!


Il significato di tutto ciò è chiarissimo. Il "proletariato" nel gergo loro ha finalmente capito dopo 60 anni che chi si poneva come il loro "difensore" non era e raramente lo era stato in grado di difendere i loro interessi. Il benessere di un popolo non lo si costruisce con ideologie prevaricatrici. Il popolo ha capito che gli slogan non mettono la minestra in tavola, ne pagano le tasse prodiane, ne preparano i figli ad una degna vita. L'ideologia è precaria, come i contratti di lavoro dei loro figli, escogitati dai soliti, manipolati dai grandi elettori della sinistra!


Voltiamo pagina.


Abbiamo poi avuto i commenti dei candidati del PDL, del PD, di una lista Civica e pure l'intervento di un comico, oramai noto per la profondità del pensiero, le gaffe a raffiche, la grammatica Dipietriana e il look "caduto dal letto" calzato "Centro Sociale". Se l'è pure presa con i giornalisti dicendo che a lui piace "prenderli in giro". Sepuku incombente! Dategli un taglierino. Fine delle sofferenze.


Dopo l'intermezzo, ci siamo ripresi. Diciamo che la metà del pubblico, di fronte a talee performance, era uscita per un caffè, una sigaretta, due chiacchiere e qualche strascico di risata.


Un noto commerciante ha poi pianto che la grande distribuzione lo asfissiava. Diciamo che l'ossigeno non gli era mancato da parecchi lustri, avendo il monopolio delle forniture a scuole, comuni ed enti vari. Veniva in mente una domanda: caro signore, ma lei per chi ha votato fin'ora? Chi sono quelli "che le hanno messo la grande distribuzione in stereo"?
Domani andiamo a ballottare.



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